«I problemi che abbiamo all’università sono gli stessi della scuola e noi come universitari siamo stati zitti negli anni dei tagli all’istruzione», dice Giorgio Parisi, fisico teorico e artefice della petizione “Salviamo la ricerca” su Change.org

«Dobbiamo fare un animale a sei gambe e marciare tutti insieme». Giorgio Parisi, fisico teorico e artefice della petizione “Salviamo la ricerca” su Change.org, conclude così l’assemblea del 25 febbraio nell’aula Amaldi della facoltà di Fisica a Roma. Le sei gambe sono tre dell’università – gli studenti, il personale amministrativo e i docenti – a cui aggiungere i tre settori della scuola, elementare, media e superiore. «I problemi che abbiamo all’università sono gli stessi della scuola e noi come universitari siamo stati zitti negli anni dei tagli all’istruzione», dice il professore. Uscire dal tunnel del silenzio, allargare l’orizzonte della protesta e lanciare proposte: è questo il cambio di paradigma per i ricercatori italiani, abituati da anni a subire le decisioni politiche (soprattutto nei tagli e nel blocco del turn over) senza opporre una reazione forte. In questo senso li aveva bonariamente rimproverati anche il “padre” della comunicazione scientifica, Piero Angela, accorso all’assemblea romana. «La ricerca è muta, è poco popolare ed è anche poco percepita dai politici che tendono ad avere dei risultati subito. Ci vuole più comunicazione». Invece la ricerca di base, fondamentale per lo sviluppo del Paese, nota l’economista Alessandro Roncaglia, ha bisogno di una programmazione di medio e lungo termine. Ma tutto questo va fatto conoscere. Così come vanno denunciate le cause della “fuga dei cervelli”: la debolezza del sistema italiano – università ed enti di ricerca – penalizzato dai tagli, con bandi emanati all’ultimo momento e talvolta schizofrenici e con l’incertezza del rifinanziamento dei progetti. «Quando si perdono generazioni di scienziati, ricostruire è difficile», aggiunge in un contributo video Fabiola Gianotti, alla guida del Cern di Ginevra. Alla fine viene rilanciata la proposta di una Agenzia unica per la ricerca ma si fa strada – un po’ timidamente, ma chissà – anche l’idea (lanciata da Francesco Sinopoli, Flc Cgil) del blocco dell’inizio dell’anno accademico.

In apertura: dettaglio dell’illustrazione di Antonio Pronostico


 

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Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.