Non vi parlo delle primarie del Pd a Roma, con troppe e sospette schede bianche, nè di quelle di Napoli, che l’apparato del partito ha dichiarato perfettamente regolari nonostante un video inquietante facesse supporre una compravendita dei voti, no, vi parlo oggi di primarie lontanissime. Quelle del Partito Democratico (americano) in Michigan. Il senatore Sanders era dato perdente con un margine del 20% in favore di Hilary Clinton. Invece “nonno Sanders” ha vinto. La cosa è tanto sorprendente che New York Times e Washington Post dedicano a questa notizia l’apertura delle loro edizioni on line.
Un uomo di 75 anni, che si è sempre detto socialista, che si sta finanziando la campagna (costosissima) con una miriade di finanziamenti da pochi dollari ciascuno, che promette la gratuità del college e la copertura sanitaria universale, che minaccia tasse più alte per i ricchi, che si è opposto a tutte le guerre (imperialiste, le chiama) in cui l’America si è impegnata nell’ultimo mezzo secolo, un uomo così è ancora in corsa per la candidatura alla Casa Bianca. Appoggiato da ragazzi di 20 anni che dicono -Left ne ha dato conto- “quest’uomo non mente e farà le cose che dice”.
La strada per la Casa Bianca è lastricata di trappole e alla fine quasi sempre la spuntano i candidati più graditi ai grandi finanziatori e agli apparati dei partiti. Ma il solo fatto che Bernie Sanders sia ancora in corsa vuol dire che un altro mondo è possibile. E che gli unici veri politici realisti sono quelli che credono nelle proprie idee e che osano.