“Ho voluto io l’emendamento è lo rivendico”, dopo la chiamata in correità di Maria Elena Boschi -intervistata dalla Stampa – Renzi si è assunto ogni responsabilità. Libertà di trivellare, diritto di prorogare le concessioni, così come ridurre i controlli in edilizia o dare incentivi agli industriali, tutto serve a sbloccare l’Italia da lacci e laccioli, dall’azione frenante di sindacalisti e pessimisti.
Bene. Ma tutto questo almeno serve? Il petrolio,estratto entro le 12 miglia dalle coste, darà impulso alla ripresa? Verrà un nuovo sacco di Napoli (o di Palermo), una schifezza certo, ma che in cambio offra lavoro a centinaia di migliaia di persone e riempia le tasche di un esercito di palazzinari, i quali poi spendono e anche questo fa ripresa?
L’unica cosa che apprendiamo dai giornali è che la disoccupazione è tornata a crescere di 95mila unità in Febbraio. Forse non aveva torto chi diceva che il jobs Act non avrebbe portato nuovi posti di lavoro e che l’effetto degli incentivi sarebbe scemato con la loro parziale revoca,
L’altra che si comincia a vedere è che, proseguendo togliere vincoli e a spianare corpi intermedi, sta crescendo la corruzione, stanno aumentano gli scambi di favori tra imprenditori e amministratori, sta crescendo l’Intermediazione parassitaria essenzialmente mafiosa.
L’Italia non si salva portandola indietro di mezzo secolo. Renzi non sbaglia perché è troppo realista -cinico, se preferite-, sbaglia perché la sua ricetta non funziona, o funziona solo per pochi. Il tempo in cui arricchendo i ricchi – e favorendo i petrolieri- qualcosa dalle loro tasche finiva comunque in quelle dei poveri, dei giovani evdei lavoratori, quel tempo non tornerà.