Deve essere una vita sfiancante quella di Matteo Salvini: tutto il giorno a spulciare twitter, fb e i siti d’informazione per cercare anche oggi un appiglio su cui defecare l’invenzione del giorno per meritarsi un po’ di spazio sui giornali. Deve essere uno sforzo simile alla proiezione continua di idee di un ricercatore, o alla concentrazione usurante di un carcerato con la lima sulle sbarre oppure qualcosa di simile ad un vasaio, tutto il giorno a cercare la giusta forma dei bordi.
Così ieri, il Salvini, deve essere arrivato a pomeriggio inoltrato senza avere uno straccio di notizia da sciacallare, con la stessa paura di un negoziante nel chiudere la giornata senza clienti e dopo avere visto su google che nessun extracomunitario avesse investito qualche italiano, che non ci fossero stati sanguinari furti d’appartamento, che non ci fossero foto di siriani con il telefonino ha cominciato a sudare. Pagherei per poter leggere la cronologia delle ricerche sul browser internet del tablet di Matteo: “furti + negro”, “violenza sessuale di stranieri”, “allah + evasione fiscale”, “maometto + periferie sporche”, “Renzi + dracula”, “cosa ha detto oggi un membro qualsiasi della famiglia Le Pen”, “Putin + libertà” e chissà quante altre ancora.
Alla fine deve essersi arreso inserendo nel motore di ricerca banalmente “frontiere” e chissà come ha esultato quando ha letto che Mattarella (dopo essersi rassicurato su Wikipedia su chi fosse Mattarella) ha pronunciato la frase “superiamo le frontiere”. Avrà cominciato a pregustare i millemilioni di mi piace su Facebook o i tantimila retweet mentre gli veniva l’arguta idea di associare le parole “complice e venduto” al capo dello Stato. Chissà che non gli siano venute le vertigini ricordandosi di quando il suo padre spirituale Umberto Bossi raccontò di usare la bandiera italiana per pulircisi il culo.
E così ha sparato a zero. Alla Salvini. Satollo anche oggi di avere fatto il proprio dovere con la salvinata del giorno. Finché non gli hanno detto che Mattarella, bontà sua, parlava di esportazione del vino italiano. E chissà che cin cin corale si sono fatti al Vinitaly alla cazzata di Salvini. Avrà offerto il primo giro il Presidente, probabilmente.
Beh, dai, forza. È lunedì.