È la quarta settimana che firma la copertina di Left e che dedichiamo due pagine a “Vaurandom”, una rubrica curata da Vauro che da ieri si ritrova coperto di insulti per una vignetta che ritrae Grillo afflosciato a terra, come fosse un burattino a cui sono stati tagliati i fili “della vita”. Il riferimento è alla recente scomparsa di Gianroberto Casaleggio e alle conseguenze che questa potrebbe avere sulla vita dei Cinque stelle.
Vauro che succede? Perché questa gogna?
Non so, ma non mi sono mai preoccupato troppo delle gogne, la satira è un linguaggio libero e, senza presunzione, posso anche dire che è un linguaggio artistico. Ci sono tanti livelli di lettura di una vignetta: c’è il testo, il tratto, la costruzione dell’immagine. La vignetta e la satira sono strumenti di libertà perché tutti i livelli di lettura danno, a chi ne fruisce, la libertà di interpretarla come meglio crede. Ci vuole capacità, qualche strumento critico…. certo non è obbligatorio averli! Anzi, sembra non siano in molti ad averceli in questo momento.
Sì, ma spiegaci: com’è che tu fai una vignetta dove si vede Grillo burattino e si arrabbiano come se fosse un oltraggio a Casaleggio. Che psicopatologia è?
Ve lo spiego semplicemente, sono un “radical chic” e da buon radical chic posso dire che questo Paese, purtroppo, in buona parte si divide tra il fanatismo degli indifferenti, cioè di quelli a cui non frega un cazzo di niente (che è una forma di fanatismo pure quella) e il fanatismo degli adepti a qualsiasi guru, si chiami Grillo, o Berlusconi, o Renzi. Quello che questo Paese ha perso è la critica e la fantasia. Per cui che ci siano reazioni da ultras per una vignetta devo dire, con amarezza, non mi stupisce affatto.
Cosa volevi dire con quella vignetta? Morto Casaleggio, morto Grillo?
La morte è un personaggio della satira oltre che della vita e i fili che si tagliano sono l’icona della morte. Volevo semplicemente dire… anzi no! Non voglio spiegarlo, non mi piace raccontarlo. Quello che volevo dire, lo dice la vignetta.