Parigi – Nuit debout (notte in piedi) è una piazza simbolica nel cuore di Parigi, la Place de la République, occupata giorno e notte dal 31 marzo da centinaia di cittadini che vegliano su teloni, pezzi di cartone, e sampietrini umidi. Cittadini risvegliati che scelgono di non dormire per uscire dal coma politico. All’alba i poliziotti disperdono gli ultimi gruppi, le spalatrici distruggono le poche cose costruite, i camion delle pulizie cancellano le tracce. Gli occupanti lasciano la piazza ma tutti i giorni, ritornano, armati di tende e sacchi a pelo. E malgrado la pioggia, gli assilli della polizia, l’incredulità, qualche cosa si costruisce, si alza una rivendicazione unitaria per un’altra società: la possibilità di decidere insieme di un futuro non suicidario. In meno di dieci giorni Nuit debout si è già esteso ad altre 60 città francesi e inizia a fare emuli in Europa. Nato all’origine contro la legge El Khomri sul lavoro (che prevede licenziamenti) – dopo la sfilata del 31 marzo una parte dei manifestanti non è tornata a casa -, il movimento va oggi ben al di là della riforma del lavoro e del rifiuto della precarizzazione di massa: vuole la rimessa in causa di un sistema capitalista all’ultimo stadio. La frattura è ormai totale fra questa politica cittadina e quella di un governo autodenominato di sinistra, a cui la disoccupazione, i grandi progetti, le derive dello stato d’urgenza, e infine la revoca della nazionalità, hanno finito di togliere ogni leggitimità.
Come recita il testo fondatore di Nuit debout: «Il re è nudo, come nella favola. Dai nostri occhi allucinati, abbiamo visto i nostri dirigenti tradire con un aria sorridente tutti i loro mandati, i nostri banchieri rovinare i popoli con gesti eleganti saccheggiarli nel nome dell’interesse generale, i nostri militari esportare la guerra con aria di virtù nel nome della pace, i nostri esperti iper remunerati accusare i loro pari di menzogna se parlavano di riscaldamento climatico o di pericoli industriali, i nostri intellettuali ricostruire il discorso razzista nel nome del dibattito». O ancora come dichiara l’economista Frédéric Lordon, tra le teste del movimento: «Non si regge una società con Bfmtv, i poliziotti e del Lexomil (neurolettico diffuso, ndr)».
In questo spazio urbano che è una piazza, in questo vuoto che diventa possibile, si reinventa la democrazia diretta con la festa e la fantasia liberata. Non si contano i numerosi laboratori e scambio di saperi nati dalla piazza: «Jardin debout», «Sciences debout», «Dessin debout»; Assemblee popolari, seguite in piazza e in streaming da almeno 100mila persone, e tra seminari, concerti gratuiti, e prese di parola libere (si discute molto), qualcosa si riallaccia e si semina. Nonostante il freddo primaverile, si afferra lo stesso respiro dei movimenti degli ultimi 5 anni dagli Indignados a Occupy, e in filigrana risuonano Ghezi park, piazza Tahrir e le altre. Intanto, come in tutti i poteri destituenti e costituenti, si è rovesciato il calendario, marzo non finisce mai, oggi mentre scrivo siamo al #41 marzo.
Ma la sfida di questo neonato movimento è la convergenza delle lotte (nome del loro sito) – tanti tra i disoccupati, i liceali, gli intermittenti, i tranvieri e i ribelli di Notre-Dame-des Landes, hanno già raggiunto il raduno. Ma alcuni analisti lo giudicano un movimento bobo, senza le classi popolari e con i grandi assenti delle banlieue. Nuit debout pero è un serbatoio di persone pronte ad agire velocemente, con sms e twitt, per tutti i beni comuni da proteggere: l’alloggio, le occupazioni, i sans papiers. Nuova caratteristica dell’aria che tira, la saldatura avvenuta con il movimento dei rifugiati con raduni spontanei contro gli sgomberi della polizia degli accampamenti informali sotto la metro. è subito nato «La Chappelle debout» un collettivo che unisce le vecchie e nuove lotte dei Sans Papiers, rivendica occupazione, scolarizzazione e disobbedienza civile. Intanto, se avvenisse la trasformazione della rabbia che ribolle nel Paese, da questa politica accampata e notturna potrebbero nascere nuovi sogni. L’Eliseo già trema.
Nuit debout in Place de la République, la Francia ha smesso di annoiarsi
Nonostante il freddo della notte parigina, in piazza si afferra lo stesso respiro dei movimenti degli ultimi 5 anni. Dagli Indignados a Occupy, da Ghezi park a piazza Tahrir