Il 14 aprile, il Parlamento europeo ha approvato un nuovo pacchetto di norme in materia di sicurezza e antiterrorismo: i dati del Pnr dei passeggeri degli aerei resteranno a disposizione di polizia e servizi segreti, per cinque anni

Hanno votato ancora la sicurezza e la disciplina, direbbe Fabrizio De Andrè. Il 14 aprile, il Parlamento europeo ha approvato un nuovo pacchetto di norme in materia di sicurezza e antiterrorismo: i dati del codice di prenotazione (Passenger name record, Pnr) dei passeggeri degli aerei resteranno a disposizione di polizia e servizi segreti, all’interno di ogni Stato membro dell’Ue, per 5 anni. Le compagnie aeree saranno obbligate a comunicare alle autorità i dati dei passeggeri per tutti i voli provenienti da Paesi terzi verso l’Unione europea e viceversa e le autorità ne potranno usufruire ai fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo. Con 461 sì, 179 no e 9 astenuti, la nuova direttiva – dopo almeno 4 anni di revisioni e resistenze per anni è stata contrastata da molti – rimpiazzerà l’attuale direttiva del 1995. Adesso la proposta dovrà essere approvata dal Consiglio e, una volta pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la direttiva.

I dati Pnr sono relativi alle informazioni fornite dai passeggeri e raccolte dalle compagnie aeree durante la prenotazione dei voli e le procedure di check-in: data o date previste di viaggio; itinerario di viaggio; informazioni relative al biglietto; indirizzo ed estremi dei passeggeri; informazioni relative al bagaglio; informazioni relative alle modalità di pagamento.

Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz
Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz

Le reazioni. Il presidente del Parlamento europeo Schulz esulta e definisce «passi fondamentali per i cittadini europei, per la loro sicurezza e la tutela della loro privacy», le decisioni appena prese. È un testo di compromesso, dicono da Strasburgo. In particolare, le compagnie aeree saranno obbligate a trasferire (in modalità “push”) i dati Pnr dei passeggeri dei voli extra Ue allo Stato membro in cui l’aereo atterrerà o dal quale partirà. Ogni Stato creerà una Unità per le informazioni sui passeggeri (Passenger Information Unit, Piu), che avrà il compito di ricevere, conservare e valutare i dati, principalmente attraverso il confronto con le altre banche dati, in modo da identificare le persone che richiedono esami ulteriori da parte delle autorità competenti. I dati Pnr verranno quindi trasmessi alle autorità di competenza caso per caso, e resteranno pienamente disponibili per sei mesi, poi verranno conservati in formato “mascherato”. Le Piu scambieranno anche informazioni tra gli Stati, poiché le autorità giudiziarie e di pubblica sicurezza non avranno accesso diretto ai sistemi dati delle compagnie aeree (modalità “pull”). Il testo prevede la possibilità, non l’obbligo, per uno Stato membro, di applicare la direttiva ai voli intra-Ue, come proposto dal Consiglio; in questo caso lo Stato dovrebbe darne notifica alla Commissione.
Ancora il presidente Schultz assicura: «La sicurezza dei cittadini europei non dovrebbe mai essere garantita a scapito dei loro diritti e delle libertà». Non è troppo convinto il Garante europeo della privacy Giovanni Buttarelli che – intervistato da Repubblica – avverte: «Del Pnr si discute da anni, e neppure dopo gli ultimi eventi terroristici trovo ragioni e prove tali da giustificare la creazione di un database senza precedenti in Europa. Finora si raccoglievano dati su categorie specifiche, in questo caso vengono raccolti dati su tutta la popolazione, indiscriminatamente». E non sarebbero, per il Garante, nemmeno utili: «Avranno costi elevati, serviranno anni per renderle operative e saranno utili solo in casi ristretti. Gli stessi risultati si potrebbero ottenere con misure più circoscritte, meno costose e meno invasive della privacy».

Il 30 giugno la Corte di Giustizia europea si esprimerà su due casi che riguardano proprio la cosiddetta bulk collection (la raccolta massiccia di dati). Una decisione che riguarderà direttamente anche le neonate norme sul Pnr.

 

Le divisioni ci sono state anche in Parlamento, come mostra il video ufficiale prodotto dai servizi di informazione dell’Europarlamento