È arrivata la quarta rivoluzione industriale, quella dei robot e delle intelligenze artificiali. Sul numero di Left in edicola abbiamo cercato di raccontarvi entusiasmi e sospetti, scenari e prospettive. Dal lavoro alle emozioni, parlando tra laltro con l’ex ministro Maria Chiara Carrozza e con Giovanni Dosi il direttore dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Austin, Washington, Phoenix e Kirkland. E poi, naturalmente la Silicon Valley. Le auto senza guidatore di Google viaggiano indisturbate per effettuare i loro test attraverso le città americane. L’intento del colosso di Mountain View, che ha stretto alleanze con molte case automobilistiche, è quello di far familiarizzare le persone con la nuova tecnologia, organizza assemblee pubbliche e fa lobby a livello nazionale e locale.
Il problema di Google (e di Ford, Volvo e Lyft e Uber, che hanno formato una “alleanza per le strade più sicure”) è proprio convincere il mondo che le auto senza autista siano più sicure. Specie dopo l’episodio di un incidente tra un’auto Google e un autobus a Mountain View. L’auto, che combina gli input di telecamera, radar e impulsi sonori piazzati in diversi punti della macchina e li elabora e incrocia con le mappe e il diario di viaggio, è probabilmente più sicura di quella umana: non supera i limiti, non tenta manovre azzardate, non beve e non si addormenta. Vero, ma al primo morto in incidente da macchina robot con chi ce la prenderemo? E che problemi legali pone il danno provocato da un oggetto di proprietà di qualcuno che non ha colpe perché non guidava? E cosa fa un computer quando deve scegliere tra investire una carrozzina e salvare il suo passeggero?
Come che sia, la certezza è che tra qualche anno le auto circoleranno e che le autorità stanno lavorando a capire come regolare la questione. A luglio il dipartimento dei Trasporti Usa emetterà le prime regole. Sull’auto senza guidatore hanno investito tutti. FiatChrysler ha un accordo proprio con Google, i team di ingegneri lavorano assieme e stanno testando la tecnologia su un pulmino. Toyota sperimenta un autista automatico che subentra in caso di pericolo e Bmw, Mercedes-Benz, Audi e GM hanno investito tanto in ricerca. Non sarà domani, ma prepariamoci a dire addio a taxisti, autisti, camionisti.
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