Dopo l'intervendo della ong internazionale Re:Common all'assemblea degli azionisti di ieri, l'ad di Enel Francesco Starace ha annunciato approfondimenti in loco sulle violazioni dei diritti umani ai danni delle popolazioni locali nella zona mineraria del Cesar, in Colombia. All'argomento è dedicato un servizio nel numero di Left in edicola, che dà conto della sospensione delle relazioni contrattuali tra la società energetica danese Dong e le imprese locali, accusate tra l'altro di rapporti con i paramilitari che seminano violenza e paura tra i lavoratori e tra i villaggi della regione.

Maira Mendez Barboza mostra la foto di suo padre, ex sindacalista nell'impianto carbonifero della Drummond assassinato nel 2001Maira Mendez Barboza mostra la foto di suo padre, sindacalista nell'impianto carbonifero della Drummond assassinato nel 2001

«Andremo a vedere di persona cosa succede in Colombia se non ci piace usciremo, come ha fatto Dong» ha dichiarato Starace, «Prenderemo sul serio tutte le segnalazioni che ci avete fatto ma di questa storia siamo stufi e del carbone colombiano ci interessa il giusto». Re:Common ha ricordato, tra l'altro, agli azionisti che nel febbraio dello scorso anno la società energetica tedesca EnBW ha condotto una missione sul campo in Cesar, insieme con alcune Ong, e ha pubblicamente riconosciuto il problema delle vittime e la questione della riconciliazione. Nel 2016, va detto, l'allarme per le violazioni ha indotto prima il comune di Amsterdam a lanciare un allarme alle aziende che importano carbone e poi la danese Dong a sespendere le importazioni da Prodeco in attesa di un piano d'azione che comprenda dei risarcimenti per le violazioni dei diritti umani, dopo che nel 2006 si era già disimpegnata da Drummond per il suo presunto legame con l'assassinio di tre dirigenti sindacali nel 2001. Qualche giorno fa, il ministro svedese dell'Industria ha riferito in Parlamento di considerare molto seria la questione dei diritti umani in Cesar e di avere grandi aspettative su come la compagnia statale Vattenfall tratterà la questione, e la settimana scorsa i parlamentari di tre dei principali partiti olandese hanno chiesto di sospendere l'importazione di carbone dal Cesar. Intanto la banca francese BNP Paribas, che aveva già inserito la Drummond nella sua lista nera, ha deciso di non fornire più servizi finanziari alla società fino a nuovo ordine. [su_divider text="In edicola" style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

Il nostro approfondimento sul numero 22 di Left in edicola dal 28 maggio

 

[su_button url="https://left.it/left-n-22-28-maggio-2016/" background="#a39f9f" size="7"]SOMMARIO[/su_button] [su_button url="http://sfogliatore.left.it/singolo-numero?edizione=22&anno=2016" target="blank" background="#ec0e0e" size="7"]ACQUISTA[/su_button]

[su_divider text=" " style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

Dopo l’intervendo della ong internazionale Re:Common all’assemblea degli azionisti di ieri, l’ad di Enel Francesco Starace ha annunciato approfondimenti in loco sulle violazioni dei diritti umani ai danni delle popolazioni locali nella zona mineraria del Cesar, in Colombia. All’argomento è dedicato un servizio nel numero di Left in edicola, che dà conto della sospensione delle relazioni contrattuali tra la società energetica danese Dong e le imprese locali, accusate tra l’altro di rapporti con i paramilitari che seminano violenza e paura tra i lavoratori e tra i villaggi della regione.

Maira Mendez Barboza mostra la foto di suo padre, ex sindacalista nell'impianto carbonifero della Drummond assassinato nel 2001Maira Mendez Barboza mostra la foto di suo padre, sindacalista
nell’impianto carbonifero della Drummond assassinato nel 2001

«Andremo a vedere di persona cosa succede in Colombia se non ci piace usciremo, come ha fatto Dong» ha dichiarato Starace, «Prenderemo sul serio tutte le segnalazioni che ci avete fatto ma di questa storia siamo stufi e del carbone colombiano ci interessa il giusto».

Re:Common ha ricordato, tra l’altro, agli azionisti che nel febbraio dello scorso anno la società energetica tedesca EnBW ha condotto una missione sul campo in Cesar, insieme con alcune Ong, e ha pubblicamente riconosciuto il problema delle vittime e la questione della riconciliazione. Nel 2016, va detto, l’allarme per le violazioni ha indotto prima il comune di Amsterdam a lanciare un allarme alle aziende che importano carbone e poi la danese Dong a sespendere le importazioni da Prodeco in attesa di un piano d’azione che comprenda dei risarcimenti per le violazioni dei diritti umani, dopo che nel 2006 si era già disimpegnata da Drummond per il suo presunto legame con l’assassinio di tre dirigenti sindacali nel 2001.

Qualche giorno fa, il ministro svedese dell’Industria ha riferito in Parlamento di considerare molto seria la questione dei diritti umani in Cesar e di avere grandi aspettative su come la compagnia statale Vattenfall tratterà la questione, e la settimana scorsa i parlamentari di tre dei principali partiti olandese hanno chiesto di sospendere l’importazione di carbone dal Cesar. Intanto la banca francese BNP Paribas, che aveva già inserito la Drummond nella sua lista nera, ha deciso di non fornire più servizi finanziari alla società fino a nuovo ordine.

Il nostro approfondimento sul numero 22 di Left in edicola dal 28 maggio

 

SOMMARIO ACQUISTA