vignetta Vauro Bravi Ragazzi con la faccia pulita... mmh... scusate ma non mi convincete. Sono un ammiratore di Franti. «Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva dei funerali del re, e Franti rise», cito dal libro Cuore di De Amicis. Ecco, mi piacciono di più i cattivi ragazzi perché sanno ridere ai funerali dei potenti. E vi garantisco che a quei funerali (metaforici, si intende) vorrei tanto partecipare. Anche senza sentirmi obbligato a mettermi a urlare «Onestà, Onestà». Già onestà, certo. Ma rivendicarne il monopolio assoluto non mi pare onesto. Onestà è anche disobbedire, quando lo si ritiene giusto, agli ordini, da qualsiasi parte giungano e da chiunque vengano impartiti. I bravi ragazzi invece sono obbedienti. Quelli che disobbediscono non sono più bravi ragazzi e vengono buttati fuori dalla classe o sospesi, dietro la lavagna. «Uno vale uno», ma solo se si è bravi e obbedienti, appunto. Ma se quell’uno, quel «Bravo Ragazzo», è un emerito imbecille? «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli», diceva Umberto Eco, buonanima. Bene, fare della rete lo strumento-feticcio della “Democrazia Diretta” significa non solo dar loro la parola ma pure potere decisionale. E un imbecille può essere onestissimo ma rimane pur sempre un imbecille. Qualche giorno fa a Roma, al colle Oppio, di imbecilli ce n’era una intera adunata. Bravi ragazzi anche loro. Tutti con il braccio teso nel saluto romano. «E questo che c’entra?» obietterete. Avete ragione, voi non c’entrate nulla. «L’antifascismo non mi compete», Grillo dixit. Perciò non compete neanche a voi. E poi destra e sinistra sono «Categorie Superate», non è vero? Siete «Oltre!». Io invece resto «Qui», perché vedo che il «Superamento» della sinistra sta significando soltanto la vittoria della destra, che sia quella politica, quella finanziaria o quella fascista. L’antifascismo mi compete. Boh? Forse sarà perché sono vecchio. Un Cattivo Vecchio. W Franti siempre!

Con affetto. Vauro

vignetta Vauro

Bravi Ragazzi con la faccia pulita… mmh… scusate ma non mi convincete. Sono un ammiratore di Franti. «Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva dei funerali del re, e Franti rise», cito dal libro Cuore di De Amicis. Ecco, mi piacciono di più i cattivi ragazzi perché sanno ridere ai funerali dei potenti. E vi garantisco che a quei funerali (metaforici, si intende) vorrei tanto partecipare. Anche senza sentirmi obbligato a mettermi a urlare «Onestà, Onestà». Già onestà, certo. Ma rivendicarne il monopolio assoluto non mi pare onesto. Onestà è anche disobbedire, quando lo si ritiene giusto, agli ordini, da qualsiasi parte giungano e da chiunque vengano impartiti. I bravi ragazzi invece sono obbedienti. Quelli che disobbediscono non sono più bravi ragazzi e vengono buttati fuori dalla classe o sospesi, dietro la lavagna. «Uno vale uno», ma solo se si è bravi e obbedienti, appunto. Ma se quell’uno, quel «Bravo Ragazzo», è un emerito imbecille? «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli», diceva Umberto Eco, buonanima. Bene, fare della rete lo strumento-feticcio della “Democrazia Diretta” significa non solo dar loro la parola ma pure potere decisionale. E un imbecille può essere onestissimo ma rimane pur sempre un imbecille. Qualche giorno fa a Roma, al colle Oppio, di imbecilli ce n’era una intera adunata. Bravi ragazzi anche loro. Tutti con il braccio teso nel saluto romano. «E questo che c’entra?» obietterete. Avete ragione, voi non c’entrate nulla. «L’antifascismo non mi compete», Grillo dixit. Perciò non compete neanche a voi. E poi destra e sinistra sono «Categorie Superate», non è vero? Siete «Oltre!». Io invece resto «Qui», perché vedo che il «Superamento» della sinistra sta significando soltanto la vittoria della destra, che sia quella politica, quella finanziaria o quella fascista. L’antifascismo mi compete. Boh? Forse sarà perché sono vecchio. Un Cattivo Vecchio. W Franti siempre!

Con affetto. Vauro