Canta Bella ciao, compie 49 anni, prende il 66,85%. De Magistris promette di fare il sindaco «h24» fino al 2021. Ma già vuol esportare il “modello Napoli”. Il sindaco “zapatista”, con indosso la maglia azzurra del Napoli canta Bella Ciao e festeggia una vittoria «contro tutti», dai 5 stelle (ai quali lascia la porta aperta) a Lettieri, a Renzi, che la sconfitta se l’è andata a cercare, andando a sfruculiare Napoli con le promesse (e il commissariamento) di Bagnoli.
Abbiamo vinto contro poteri e apparati,ma il popolo mi è stato accanto e ha vinto.Il nostro compito ora è far vincere Napoli e i napoletani.
— Luigi de Magistris (@demagistris) 20 giugno 2016
Per De Magistris non ha “vinto la protesta” ma un’esperienza innovativa, di buona amministrazione fondata sulla partecipazione dei napoletani. «Siamo l’unica vera ed effettiva novità politica – dice – di questo voto». Ora non resta che capitalizzare questo “effetto novità”, sia nel governo della città sia per chiarire con i fatti come Napoli possa diventere «un soggetto autonomo, una forza nazionale e internazionale».
Qualche idea l’ha già data, De Magistris, guardando con favore alle municipalità spagnole – la Barcellona di Ada Colau in primis – e al modello Podemos, il movimento che si candida a conquistare la Moncada in alleanza con Izquierda unida. Che quello sia il riferimento del sindaco lo confermano le donne e gli uomini della sua squadra, comprensibilmente entusiasti.
Alessandra Clemente, “miss preferenze” con 4.666 voti che la candidano alla presidenza del Consiglio comunale, spiega: «Abbiamo il dovere di collegare quello che sta accadendo a Napoli a tutte le altre città italiane», approfittando dell’evidente «crollo della rappresentanza politica esercitata attraverso lo strumento del partito». Un movimento, quindi, che da Napoli “minaccia” di farsi protagonista della politica nazionale.