La polizia di Istanbul ha condotto una serie blitz in città contro sospetti militanti dello Stato islamico. Mentre il Paese dichiara una giornata di lutto nazionale, le forze dell'ordine hanno perquisito diversi indirizzi nei quartieri Pendik, Başakşehir e Sultanbeyli ma non è chiaro se sono stati effettuati arresti. L'agenzia Anadolu, nel dare la notizia, spiega che non ci sono conferme del legame diretto con l'attentato all'aeroporto Ataturk, uno dei più trafficati al mondo con 42 milioni di passeggeri l'anno, in cui hanno perso la vita 42 persone e oltre 230 sono rimaste ferite.
In un'altra operazione, il 25 giugno, fa sapere la stessa agenzia, le forze di sicurezza hanno ucciso due presunti militanti dello Stato islamico al confine con la Siria. Si tratterebbe di due cittadini siriani che attraversavano illegalmente la frontiera e hanno ignorato l'alt delle forze dell'ordine. Uno dei due militanti era ricercato in Turchia, perché sospettato di voler effettuare un attacco suicida nella capitale Ankara o nella città meridionale di Adana.
Quello di martedì scorso ad opera di tre attentaotri suicidi è il decimo attacco terroristico subito dalla Turchia in meno di un anno. Modalità operativa degli attentarori e scelta dell'obiettivo – dicono gli analisti – fanno pensare che sia opera dello Stato islamico, dalle cui fila non è ancora gunta alcuna rivendicazione dell'attacco. La mente va all'attentato all'aeroporto di Bruxelles, a tutti i luoghi dove gli attentatori hanno colpito persone di diverse nazionalità e al tempo stesso l'economia e il turismo. Non a caso, il direttore della Cia John Brennan ha dichiarato: «Ci sono i segni distintivi della depravazione dello Stato Islamico».
Intanto dalla Siria arriva la notizia di un convoglio con almeno 250 combattenti dell'Isis uccisi in un raid Usa poco fuori Falluja. Sarebbero 40 i veicoli distrutti mentre si dirigevano probabilmente verso al-Qaim, città ancora controllata dai jihadisti, dopo che Falluja è stata liberata al termine di 5 giorni di assedio dell'esercito iracheno e della coalizione internazionale. L'attacco agli uomini dle Califfato in fuga dalla città segna una svolta nella lotta all'Isis, i cui militanti erano quasi sempre usciti indenni scappando per tempo dalle città sotto attacco.
[caption id="attachment_80002" align="aligncenter" width="3072"] La polizia presidia l'aeroporto di Ataturk di Istanbul dopo l'attentato. EPA/SEDAT SUNA[/caption]
[caption id="attachment_80003" align="aligncenter" width="2592"] L'interno dell'Aeroporto il 29 giugno. ANSA/ VINCENZO CHIUMARULO[/caption]
[caption id="attachment_80004" align="aligncenter" width="2592"] L'interno dell'aeroporto. ANSA/ VINCENZO CHIUMARULO[/caption]
La polizia di Istanbul ha condotto una serie blitz in città contro sospetti militanti dello Stato islamico. Mentre il Paese dichiara una giornata di lutto nazionale, le forze dell’ordine hanno perquisito diversi indirizzi nei quartieri Pendik, Başakşehir e Sultanbeyli ma non è chiaro se sono stati effettuati arresti. L’agenzia Anadolu, nel dare la notizia, spiega che non ci sono conferme del legame diretto con l’attentato all’aeroporto Ataturk, uno dei più trafficati al mondo con 42 milioni di passeggeri l’anno, in cui hanno perso la vita 42 persone e oltre 230 sono rimaste ferite.
In un’altra operazione, il 25 giugno, fa sapere la stessa agenzia, le forze di sicurezza hanno ucciso due presunti militanti dello Stato islamico al confine con la Siria. Si tratterebbe di due cittadini siriani che attraversavano illegalmente la frontiera e hanno ignorato l’alt delle forze dell’ordine. Uno dei due militanti era ricercato in Turchia, perché sospettato di voler effettuare un attacco suicida nella capitale Ankara o nella città meridionale di Adana.
Quello di martedì scorso ad opera di tre attentaotri suicidi è il decimo attacco terroristico subito dalla Turchia in meno di un anno. Modalità operativa degli attentarori e scelta dell’obiettivo – dicono gli analisti – fanno pensare che sia opera dello Stato islamico, dalle cui fila non è ancora gunta alcuna rivendicazione dell’attacco. La mente va all’attentato all’aeroporto di Bruxelles, a tutti i luoghi dove gli attentatori hanno colpito persone di diverse nazionalità e al tempo stesso l’economia e il turismo. Non a caso, il direttore della Cia John Brennan ha dichiarato: «Ci sono i segni distintivi della depravazione dello Stato Islamico».
Intanto dalla Siria arriva la notizia di un convoglio con almeno 250 combattenti dell’Isis uccisi in un raid Usa poco fuori Falluja. Sarebbero 40 i veicoli distrutti mentre si dirigevano probabilmente verso al-Qaim, città ancora controllata dai jihadisti, dopo che Falluja è stata liberata al termine di 5 giorni di assedio dell’esercito iracheno e della coalizione internazionale. L’attacco agli uomini dle Califfato in fuga dalla città segna una svolta nella lotta all’Isis, i cui militanti erano quasi sempre usciti indenni scappando per tempo dalle città sotto attacco.