“…no, loro lo fanno, però devono passare i 4 anni, perché sennò non ci posso tornare, no? Io se potevo rimanere lì me ne fottevo di venire a fare il deputato a perdere tempo qua….che c. me ne sfottevo….stavo tanto bene là, il potere là è immenso, là è potere pieno, non so se rendo l’idea…ci sono interessi….sono legati grossi interessi…grossi interessi non avete proprio idea…“.
Queste sono le parole di Antonio Marotta. Antonio Marotta ha 69 anni, è un avvocato e sta in quel partito che è una crosta e si chiama NCD. Antonio Marotta però non è semplicemente un parlamentare. Figurarsi. In questo Paese degli illustri sconosciuti come lui finiscono addirittura al CSM, il Consiglio Superiore della Magistratura. L’orfano, per intendersi, che nella storia d’Italia ha messo i bastoni tra le ruote a Falcone, Caselli e oggi a Di Matteo. Gente che dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto e invece troppo spesso è al di sotto di qualsiasi livello di potabilità. Ma funziona così, qui da noi: la politica occupa posizioni dirigenziali affidandole troppo spesso ai più bravi servi. Mica ai più bravi.
In tutto questo Angelino Alfano, che per questo assurdo gioco di equilibrismi che se ne fottono della meritocrazia si trova a brigare da Ministro dell’Interno, dichiara, da Ministro del’Interno di essere “sicuro che si farà chiarezza”. Angelino Alfano, tra l’altro, è anche il segretario di partito di Roberto Formigoni (sì, quel Formigoni, lì, che ora è senatore ed è uno dei maggiorenti del partito, per dire) nonché il più longevo segretario del partito fondato da Marcello Dell’Utri, dopo Berlusconi ovviamente.
Questa gente, per intendersi, è maggioranza di governo. Questi sono gli alleati di Renzi. E non ci interessa sapere che questa sia l’unica maggioranza possibile perché no, c’è un limita di potabilità che questa inchiesta ha ulteriormente sottolineato. Perché viene difficile pensare come l’Italia possa cambiare verso con questa gente qui. O no?
Buon martedì.