Rio de Janeiro aveva promesso di incrementare la pubblica sicurezza in vista delle Olimpiadi d’agosto, ma nulla è stato fatto per fermare e condannare le violenze della polizia. E gli abusi e gli omicidi aumentano.
A dichiararlo è Human Rights Watch in un rapporto di 109 pagine che condanna duramente l’operato della polizia brasiliana. La polizia di Rio, infatti, è accusata di aver ucciso oltre 8000 persone, 645 soltanto nel 2015.
Se è vero che la violenza criminale in Brasile è aumentata e rappresenta un problema serio per l’ordine e la sicurezza pubblica, gli abusi della polizia non sono serviti ad arginarla. Al contrario – dichiara Maria Laura Canineu, direttrice di Human Rights Watch Brasile – l’operato delle forze dell’ordine ha minato il già fragile ordine pubblico, fomentando l’ostilità popolare nei confronti delle autorità.
Human Rights Watch ha inoltre riscontrato 64 casi in cui la polizia di Rio ha cercato di insabbiare gli omicidi illeciti commessi dai propri agenti. Più precisamente, la polizia è accusata di aver intimidito i testimoni e di aver rimosso i cadaveri dalla scena del crime per poi consegnarli personalmente agli ospedali. La motivazione fornita dagli autorità: “Stavamo cercando di salvarli”.
Crimini commessi e poi taciuti per paura di ritorsioni. Human Rights Watch tratteggia il quadro di un paese in preda al caos, dove l’unico ordine è quello imposto dalla polizia attraverso gli omicidi, le ritorsioni e il terrore. Il rischio, tuonano gli attivisti per i diritti umani, è che l’operato della polizia frantumi il debole equilibrio che lega le autorità brasiliane alla comunità cittadina minando la sicurezza pubblica ad appena un mese dall’inizio delle Olimpiadi.