Aggiornato alle 8.30
Scontri ad Ankara, Istanbul e altre città del Paese nella notte, quando il presidente Erdogan è atterrato in città e ha parlato in diretta Tv dichiarando fallito il colpo e promettendo pene severe per i golpisti (in Turchia la pena di morte è stata abolita).
Decine di migliaia di persone, anche militari e polizia hanno risposto all’appello di Erdogan scendendo in strada e circondando i mezzi corazzati e i blindati dell’esercito, a volte sdraiandosi in terra, a volte assaltandoli. Si parla di circa settanta morti e molti feriti. Circa 1500 militari sono stati arrestati. L’HDP, il partito di sinistra e filo curdo, nemico di Erdogan, e altre forze di opposizione, si sono schierate contro il colpo di Stato. Alcune caserme e zone, per certo un jet militare, sono ancora nelle mani dei golpisti.
Il principale nemico di Erdogan, Fethullah Gülen, religioso che ha chiesto asilo negli Usa e accusato dal presidente di essere il regista del colpo militare, ha negato in maniera risoluta ogni addebito già prima del fallimento del putsch: «Il potere si prende vincendo le elezioni, ho sofferto e visto diversi colpi militari nella mia vita, trovo infamante essere accusato di simili tecniche e non ho nulla a che vedere con il golpe» ha detto.
Erdogan ha promesso che il colpo di Stato tentatto porterà alla ripulitura dell’esercito. Le prossime ore diranno se e quanto il tentativo di golpe determinerà una nuova stretta dell’Akp, il partito al potere, sulla società turca o se Erdogan aprirà agli oppositori democratici, avviando una specie di riconciliazione nazionale. La Turchia in questi mesi è stata scossa da una serie di attentati brutali, dalla presenza di due milioni di rifugiati siriani e dalla brutale repressione nelle città curde ritenute basi del Pkk, dove sono stati compiute violenze contro i civili nel quasi silenzio internazionale.
Cosa è successo nella notte
Pezzi dell’esercito sostengono di aver preso il controllo del Paese in Turchia, i ponti che separano la parte europea e asiatica di Istenbul sono chiusi e aerei volano bassi sui cieli di Ankara, dove si segnalano colpi d’arma da fuoco. Spari anche al di fuori del quartier generale della polizia a Istanbul, dove carri armati stazionano fuori dall’aeroporto (chiuso). Elicotteri hanno colpito obbiettivi militari e una rete pubblica radio è stata spenta. Segno di un tentativo serio e ben organizzato.
Il tweet del consolato Usa conferma spari e ponti chiusi
US citizens in #Turkey: US Embassy Ankara confirms shots have been heard in Ankara & both bridges in #Istanbul closed.
— Travel – State Dept (@TravelGov) 15 luglio 2016
Il premier Binali Yildirim ha parlato di «azione illegale» da parte di un «gruppo» militare, sottolineando come non fosse in corso un colpo di Stato. Il governo, ha detto, rimane in carica. Le notizie sono confuse, i media oscurati, i social media chiusi. La polizia sembrerebbe schierata con il potere civile.
La CNN Turchia sostiene che il presidente Erdogan sia «al sicuro». Altre fonti riferisono che il presidente avrebbe lasciato il Paese in aereo. Erdogan ha parlato alla Cnn via Facetime – non rassicurante come strumento per un leader che sostiene di avere il controllo della situazione – dicendo che solo una minoranza dell’esercito è coinvolta. Erdogan potrebbe volare ad Ankara e ha chiesto ai suoi sostenitori di scendere in strada. Fonti diverse sostengono che abbia chiesto asilo in Germania e poi altrove e che questo gli sia stato rifiutato. Si parla anche di passaggio a Teheran e destinazione finale in Qatar. Kerry e Lavrov hanno entrambi fatto inviti alla calma e a evitare spargimenti di sangue.
Una dichiarazione del gruppo golpista letta in televisione recita: «Il potere nel Paese è stato sequestrato nella sua interezza». I golpisti hanno imposto il coprifuoco e si sono definiti, in un comunicato trasmesso dalla radio nazionale, «Consiglio per la pace», dicendo di agire per la democrazia e i diritti umani e annunciando che scriveranno una nuova costituzione a breve.
Gente in strada inneggia a Erdogan
Civilians are in the street against the military takeover. “We are Tayyip’s [Turkish President] soldiers” pic.twitter.com/sunsiLdd1A
— Ragıp Soylu (@ragipsoylu) 15 luglio 2016
Yildirim ha detto NTV per telefono:«Fermeremo questo tentativo…Chi si è imbarcato in questa azione illegale pagherà il prezzo più alto», negando che sarebbe in corso un vero colpo di Stato. «C’è un azione illegale da parte di un gruppo all’interno dell’esercito al di fuori della catena di comando», ha detto.
Ci sono voci che il comandante dell’esercito sia ostaggio presso il comando. Dal 1913 il Paese ha conosciuto sei tra colpi di Stato militari e tentativi. Negli ultimi mesi e anni l’Akp, il partito di Erdogan ha aumentato il controllo sul potere giudiziario e dato una violenta stretta alla libertà di stampa ed espressione. È inutile dire che gli equilibri e la politica estera turca hanno un’influenza immane sulla regione e sugli equilibri mondiali in uno scacchiere dove in questi anni sono tornati a confrontarsi gli Stati Uniti e la Russia.