L’ingresso sembra quello del centro di Calais, giura chi è già andato a vederlo da fuori. Appena fuori città, a 5 chilometri dal centro, da oggi è in funzione un campo di «accoglienza temporanea» per 180 migranti uomini senza documenti. Mentre famiglie, donne e bambini continueranno a essere ospiti delle chiese presenti in città, per gli uomini senza documenti si aprono i cancelli della struttura collocata nella zona industriale vicino a Bevera, a ridosso dell’area ferroviaria del Parco Roja.   I primi cento trasferimenti sono cominciati tra venerdì e sabato, mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano annunciava di aver rafforzato i controlli sul confine di Stato a Ventimiglia dopo l'attentato di Nizza: «Abbiamo avuto notizia che fuggitivi potessero essersi diretti in Italia ma per ora non abbiamo riscontri concreti», ha reso noto la polizia. nuovocentro4 Il campo di “permanenza temporanea” - una categoria non presente nel quadro giuridico italiano - sarà gestito dalla Croce rossa e dalle forze dell’ordine, con la presenza dell’Unhcr e l’accesso ad alcune associazioni accreditate presso la Cri. Pr quanto tempo rimarrà aperta la struttura? «Non abbiamo idea. Sinceramente fino all'estate e poi vedremo», dice Fiammetta Cogliolo, addetta stampa della Croce Rossa Liguria.
Dopo lo shock dei migranti accampati sugli scogli di un anno fa e lo sgombero di settembre. Da mesi, a Ventimiglia, si susseguono le proteste dei migranti e lo stallo istituzionale. Adesso è giunta l’ora del controllo e del contenimento. Gli ospiti potranno stare nel centro fino a un massimo di 10 giorni, e riceveranno un cartellino identificativo con nome e codice a barre per consentire l’accesso al campo. Dove troveranno cibo, bagni e informazioni sui diritti e le possibilità per fare richiesta d’asilo in Italia. Per dieci giorni. E dopo, quando i cartellini non saranno più validi? Si dovrà decidere tra l’allontanamento (deportazione?) e la permanenza in Italia. nuovocentro3 «Vogliamo la libertà, oltrepassare il confine. Non cibo né servizi ma solidarietà e libertà», ripetono i migranti bloccati da mesi a Ventimiglia. Ogni giorno, da mesi, decine di persone provano ad attraversare il cnfine con la Francia, e ogni giorno vengono respinte. In centinaia sono disperse per i dintorni della città. Eppure lo scopo del campo di Roja, dichiarano ancra dalla Cri, è rendere «edotte le persone dei diritti e le procedure per le richieste d’asilo» in Italia. D’obbligo domandarsi: chi, bloccato a Ventimiglia dietro il confine con la Francia, vorrà chiedere asilo in Italia? Le prime venti persone sono già scappate. E sono almeno 500 i migranti in città che attendono di entrare in Francia nonostante il blocco imposto alla frontiera.

L’ingresso sembra quello del centro di Calais, giura chi è già andato a vederlo da fuori. Appena fuori città, a 5 chilometri dal centro, da oggi è in funzione un campo di «accoglienza temporanea» per 180 migranti uomini senza documenti. Mentre famiglie, donne e bambini continueranno a essere ospiti delle chiese presenti in città, per gli uomini senza documenti si aprono i cancelli della struttura collocata nella zona industriale vicino a Bevera, a ridosso dell’area ferroviaria del Parco Roja.

 

I primi cento trasferimenti sono cominciati tra venerdì e sabato, mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano annunciava di aver rafforzato i controlli sul confine di Stato a Ventimiglia dopo l’attentato di Nizza: «Abbiamo avuto notizia che fuggitivi potessero essersi diretti in Italia ma per ora non abbiamo riscontri concreti», ha reso noto la polizia.

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Il campo di “permanenza temporanea” – una categoria non presente nel quadro giuridico italiano – sarà gestito dalla Croce rossa e dalle forze dell’ordine, con la presenza dell’Unhcr e l’accesso ad alcune associazioni accreditate presso la Cri. Pr quanto tempo rimarrà aperta la struttura? «Non abbiamo idea. Sinceramente fino all’estate e poi vedremo», dice Fiammetta Cogliolo, addetta stampa della Croce Rossa Liguria.

Dopo lo shock dei migranti accampati sugli scogli di un anno fa e lo sgombero di settembre. Da mesi, a Ventimiglia, si susseguono le proteste dei migranti e lo stallo istituzionale. Adesso è giunta l’ora del controllo e del contenimento. Gli ospiti potranno stare nel centro fino a un massimo di 10 giorni, e riceveranno un cartellino identificativo con nome e codice a barre per consentire l’accesso al campo. Dove troveranno cibo, bagni e informazioni sui diritti e le possibilità per fare richiesta d’asilo in Italia. Per dieci giorni. E dopo, quando i cartellini non saranno più validi? Si dovrà decidere tra l’allontanamento (deportazione?) e la permanenza in Italia.

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«Vogliamo la libertà, oltrepassare il confine. Non cibo né servizi ma solidarietà e libertà», ripetono i migranti bloccati da mesi a Ventimiglia. Ogni giorno, da mesi, decine di persone provano ad attraversare il cnfine con la Francia, e ogni giorno vengono respinte. In centinaia sono disperse per i dintorni della città. Eppure lo scopo del campo di Roja, dichiarano ancra dalla Cri, è rendere «edotte le persone dei diritti e le procedure per le richieste d’asilo» in Italia. D’obbligo domandarsi: chi, bloccato a Ventimiglia dietro il confine con la Francia, vorrà chiedere asilo in Italia? Le prime venti persone sono già scappate. E sono almeno 500 i migranti in città che attendono di entrare in Francia nonostante il blocco imposto alla frontiera.