Dopo l’appassionato discorso di Michelle ora è la volta del presidente Barack Obama, che infiamma la convention democratica a Filadelfia chiedendo agli elettori di non disruggere il lavoro fatto fin qui, di continuare la sua eredità votando per Hillary Clinton alle alezioni di novembre. Obama ha sostenuto con calore la Clinton parlando di lei come la persona più qualificata nella corsa per la Casa Bianca. In un lungo intervento, alla «visione pessimistica» emersa dalla convention repubblicana, ha contrapposto un nuovo «ottimismo per il futuro dell’America». «Abbiamo superato la peggiore recessione degli ultimi 80 anni», ha detto Obama, «abbiamo fatto sì che la copertura sanitaria non sia un privilegio per pochi, ma un diritto di tutti», «abbiamo riportato le truppe a casa». E poi ha attaccato frontalmente il demagogo repubblicano Donald Trump che, dice l’attuale presidente Usa, «sa offrire solo slogan e paura». Il tycoon via twitter non ha perso occasione per attaccare la visione obamiana che, a suo dire, sarebbe una rappresentazione ottimistica degli Stati Uniti, che non considera «i milioni di persone meravigliose che vivono in condizioni di povertà, violenza e disperazione”. (Ipse dixit l’uomo che si fece da solo e in modo assai spregiudicato).
In una atmosfera di festa (ma alcuni sostenitori di Sanders giravano con il nastro adesivo sulla bocca per dire di essere stati silenziati) Obama ha ripercorso le tappe della sua presidenza, ricordandone i punti più alti, i successi, sottolineando con forza e orgoglio di essere pronto a «passare il testimone» per darlo a chi può portare avanti quella speranza, (hope), e quel cambiamento, (change), che sono state le parole chieve della sua vittoria nel 2008.
Poi l’abbraccio con Hillary Clinton, salita a sorpresa sul palco. L’America è «più forte» di quando «abbiamo iniziato», ha detto Obama «Vi chiedo di fare per Hillary quello che avete fatto per me otto anni fa», «per dire no al cinismo e respingere la paura».
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