Il presidente del Consiglio: «Il Monte dei Paschi adesso ha eliminato i crediti deteriorati, questa è la soluzione finale, è l'ultima volta che si interviene»

Eliminati i famigerati Npl, Non performing loans, cioè i crediti deteriorati, quelli ormai persi, il Monte dei Paschi secondo il presidente del Consiglio Matteo Renzi è pulito. Grazie all’operazione Atlante, il fondo privato che si è accollato quelle sofferenze che avevano determinato la bocciatura della Bce. «Abbiamo trovato la soluzione finale per Siena», ha detto in una intervista a Cnbc, cioè dovrebbe essere l’ultima volta che a Piazza Salimbeni  si interviene e si ricapitalizza – 5 miliardi per la precisione – . Il presidente del Consiglio interviene per tranquillizzare sul Monte dei Paschi e in generale sulla salute delle banche italiane. «Penso che gli stress test abbiano mostrato che le banche italiane non sono il problema del sistema europeo. Questa è la vera novità», ha detto. «Negli ultimi 12 mesi ogni giorno si diceva che il problema erano le banche italiane e noi replicavamo che non era vero. Alla fine gli stress test mostrano la realtà: abbiamo la migliore banca europea, Intesa Sanpaolo, e quattro istituti su cinque sono in una buona situazione». Ma se il presidente del Consiglio si dimostra ottimista e continua la difesa dell’operato del suo governo dopo aver sferrato – sempre sulle banche – un attacco alla classe politica precedente domenica dalle colonne di Repubblica, gli investitori per il momento sono scettici. Oggi la Borsa di Milano – insieme alle altre europee – ha registrato una giornata decisamente no. Alle 16 Piazza Affari registrava un -2,1 %. L’effetto scatenante, secondo gli esperti, è l’“onda lunga” degli stress test dell’Eba, i cui risultati non hanno soddisfatto complessivamente. A zavorrare i listini infatti sono ancora una volta le banche (-2,4% l’indice Dj Stoxx di settore), con gli investitori innervositi anche dal taglio degli obiettivi di utile di Commerzbank (-8%). Anche istituti che pure avevano superato il test dell’autorità bancaria europea, come Unicredit, Ubi e Intesa San Paolo, oggi segnano una discesa. Oggi vanno male anche le telecomunicazioni (-1,2%), le materie prime (-1,2%) e l’energia (-1%), nonostante il petrolio sia sopra i 40 dollari al barile.