«Non sbattete le ciglia ma ogni tanto leccatevi le labbra. E attenzione a non gesticolare troppo e a guardare di sbieco il preside…». Sissignori, a proposito di chiamata diretta dei professori capita di leggere anche i “25 consigli utili” per non fare brutta figura nel colloquio con il dirigente. È Orizzonte della scuola, uno dei portali di informazione più seguiti dai docenti, a pubblicarli, all’indomani della polemica che ha investito i “super poteri” dei presidi. Due dirigenti scolastici di Prato e Pistoia, avevano chiesto ai candidati di allegare al curriculum anche un video di due minuti “a figura intera” . Immediata la reazione e fiumi di ironia sul web con domande del tipo: “meglio in pantaloni o in bikini?”, ma anche tanta indignazione. Il senatore Pd Marco Di Lello ha anche annunciato una interrogazione parlamentare. «Forse – ha detto – qualche dirigente scolastico ha scambiato la chiamata diretta con un provino del Grande Fratello». Il ministro Giannini, intervistata dal Mattino sostiene che il video allegato al curriculum è una iniziativa che non parte dal Miur ma dai singoli dirigenti scolastici e comunque giudica la cosa «poco funzionale». Eppure l’idea del video “a figura intera” è una diretta conseguenza della legge 107 che prevede appunto i super poteri del preside.
Comunque Orizzonte della scuola, ha preso molto sul serio la storia del video. Anselmo Penna, prima di elencare i 25 consigli scrive: «Con molta probabilità, i dirigenti in questione vogliono avere un’idea chiara dei docenti che si candidano, analizzandone anche il linguaggio del corpo». Ed ecco quindi snocciolati i consigli che partono da come devono “essere” gli occhi, la bocca, il naso, le mani, la voce. Perfino il respiro, con suggerimenti che guardano lontano. «In oriente si dice che il respiro è il filo e la mente è l’aquilone, controllando il respiro si controlla la mente. Controllare il respiro vi aiuterà a mantenere la calma e gestire il vostro tono di voce». Ecco qua, sistemati i prof che magari contano sul proprio bagaglio di conoscenza ed esperienza , anche se il loro aspetto fisico non è da top model o da palestrato.
Tutta questa vicenda che ha del grottesco, è il risultato – in minima parte – anche di una trattativa fallita. I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Snals (Gilda si era defilata) avevano tentato alcune settimane fa un disperato accordo con il Miur affinché la chiamata diretta e la mobilità dei docenti da ambiti territoriali a scuola venisse regolata in modo più soft, per competenze. Una iniziativa che aveva destato non poche polemiche perché i docenti con tanti anni di esperienza si sarebbero trovati scavalcati anche da chi, magari più inesperto, avesse nelle mani attestati vari di corsi di formazione. Comunque, al di là delle polemiche, non se n’è fatto di nulla. Al momento di fissare nero su bianco il pre accordo politico – a cui aveva aderito il sottosegretario Faraone – il Miur ha fatto marcia indietro e il tavolo, come si dice in gergo sindacale, si è rotto.
Adesso i sindacati passano al contrattacco, presenteranno ricorso al Tar contro la cosiddetta “chiamata per competenze” che il Miur, dicono in una nota, ha deciso in modo unilaterale. «Provvedimenti irragionevoli e contraddittori sul piano amministrativo che violano la trasparenza della pubblica amministrazione». Non solo. I sindacati – finalmente – denunciano il fatto che «sono anche in contrasto con importanti principi costituzionali, dalla libertà di insegnamento, ai diritti dei lavoratori, alla contrattazione».
La chiamata diretta, con questi sviluppi “folclorici”, tra video e linguaggio del corpo da imparare, non è solo la farsa dell’estate. In realtà colpisce la dignità e la professionalità dell’insegnante.