Anche per la Rai il futuro sarà per la prossima volta, quindi. E sarebbe fin troppo facile andare a ripescare le promesse non mantenute: anche su questo ritorniamo al vento freddo della delusione. «Fuori i partiti dalla Rai!» è l’urlo con cui ciclicamente il salvatore di turno ammaestra il popolino con la stessa retorica di cho invece vorrebbe chiuderla, la Rai. Frasi fatte, propaganda fritta, come questa:
Oppure i soliti proclami, roba così:
Quello che sappiamo oggi della Rai è che Bianca Berlinguer (non certo renziana) sia stata rimossa per lasciare il posto a quello stesso Luca Mazzà che sbatté la porta a Ballarò non concordando con la linea “troppo antirenziana” del programma. In tempi di servitù l’autonomia di pensiero è un pericolo, del resto. Da sempre. Servono analisi? E allora oggi vale la pena riprendere le parole di Enrico Mentana che dice:
«Questa storia del cambio di direttori nei tg Rai è tristissima e pacchiana insieme. È chiaro che l’obiettivo era rimuovere Bianca Berlinguer dal tg3. Ed è chiaro che i top manager Rai questo obiettivo proprio non se lo erano prefisso, tanto è vero che poche settimane fa sono stati presentati i palinsesti della nuova stagione, senza tenere conto di un possibile spazio “risarcitorio” per lei. Insomma, l’ordine è venuto improvviso e da fuori. In vista del referendum? Direi proprio di… sì. Ma per non farla troppo evidente si è pensato di non sostituire solo lei. Quindi via anche Masi dal tg2, così, per compagnia, per dimostrare alla Commissione di Vigilanza che non è un fatto personale, e politico. Una foglia di Fico, insomma. Quelli dell’opposizione strepiteranno per il colpo contro i sostenitori del no referendario, quelli della maggioranza diranno che la Berlinguer era lì da 7 anni e cambiarla non è un delitto, e nessuno si filerà il povero Masi, danno collaterale di una guerra politica, che conferma al di là di ogni sarcasmo che tutti noi paghiamo la Rai nella bolletta della luce, ma le mani sull’interruttore sono sempre le stesse.»
E ancora una volta vedrete che gli stessi che scendevano in piazza contro l’editto bulgaro berlusconiano si insabbieranno. Succede sempre così quando la normalizzazione si insinua. Succede sempre così quando s’insedia l’idea che le ingiustizie siano solo quelle che riguardano i nostri. Federalismo dell’indignazione: eccoci.
Buon mercoledì.
(aggiornamento: la Rai dice che le nomine non sono ancora ufficiali. Vedremo)