Spegnete la luce stasera e guardate le stelle. Fatevi illuminare da un pensiero, un sogno, un orizzonte nuovo, un’aspirazione. Un desiderio? Ma sì anche un desiderio, anche se come dice Ligabue «per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento». Una notte lontano dalla realtà “normale” a guardare il cielo in cui arrivano, a frotte, le Perseidi. Dicono gli esperti che questa annata è una di quelle “buone”. Si calcola che di stelle cadenti ne circoleranno il doppio tra stanotte, fino al 15 agosto circa. Vengono chiamate “stelle cadenti” e se ci pensate queste parole sembrano pronunciate da un uomo primitivo, che guardando la volta celeste rimaneva impressionato da quelle “cose” luminose che apparivano con le loro scie improvvise e poi, sparivano, inghiottite dal buio, mentre le altre stelle stavano impassibili a guardare.
La religione cristiana naturalmente ci ha voluto mettere lo zampino per “colonizzare” un fenomeno naturale come quello dello sciame di meteoriti e le ha chiamate “lacrime di San Lorenzo”, dal nome del santo martirizzato. Ma ci siamo abituati, è stato riciclato tutto nei secoli, dal culto del dio Mitra che è diventato il Natale, o dai riti della primavera e della rinascita della natura che hanno portato alla Resurrezione. Per i romani, le stelle cadenti stavano a rappresentare una pioggia di sperma del dio Priapo che così fecondava i campi.
Ma ecco il fenomeno naturale, che poi, la fantasia dell’uomo può vivere come vuole. Natura e poesia, senza tanto spirito….è vita.
Albert Camus ha scritto:
A volte, di notte, dormivo con gli occhi aperti sotto un cielo gocciolante di stelle. Vivevo, allora.
Le Perseidi sono i resti della cometa Swit-Tuttle che in questo periodo dell’anno si trova a passare vicino all’orbita terrestre. Corpi costituiti da elio e idrogeno che a contatto con l’atmosfera terrestre prendono fuoco. L’ultima volta che è passata al perielio è stato nel 1992, la prossima volta sarà nel 2126. Il nome Perseidi deriva dal fatto che il radiante, cioè il punto da dove provengono le scie, è all’interno della costellazione di Perseo. Per l’osservazione, quindi, è meglio concentrarsi su una porzione di cielo, per la precisione di cielo, un’area a Nord est, in corrispondenza della costellazione di Perseo, fra Andromedea e Cassiopea e il pentagono dell’Auriga.
Concludiamo con Margherita Hack:
Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, tutti gli elementi dall’idrogeno all’uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultano di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle.