Le associazioni di malati e quelle inferieristiche chiedono al ministro l'applicazione dei nuovi livelli essenziali di assistenza in tutta Italia, in modo che anche i malati più gravi possano avere risposte adeguate e non standardizzate

I nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea)  sono fondamentali per chi ha malattie invalidanti e ha bisogno di apparechiature non di rado costosissime. Ma l’aggiornamento dei presidi sanitari forniti dalla sanità pubblica è fermo dal 2001. Per quanto riguarda il nomeclatore tariffario addirittura dal 1999.  Ma ora la situazione potrebbe sbloccarsi finalmente. Le Regioni hanno dato il via libera al ministro beatrice Lorenzin sul Decreto del presidente del Consiglio dei ministri ( Dcpm) a sul finanziamento delle nuove prestazioni ci sarà una verifica entro novembre. Ma il dubbio è che gli 80 milioni stanziati non bastino. Ma non solo.

In una lettera indirizzata al ministro della Salute dall’Associazione Luca Coscioni firmata da Filomena Gallo, Marco Gentili, Maria Teresa Agati e Marcello Crivellini) si evidenziano ancora altri aspetti ancora irrisolti. Dai documenti e dalle informazioni finora notizie circolate emerge che la risposta a chi ha necessità di protesi potrebbe essere del tutto inaduegata, dal momento che sarebbero previsti ausili di serie che rendono difficile al medico fare una prescrizione ad hoc, la più utile di volta in volta per il paziente. In pratica riceverebbero strumentazioni standard anche quelle persone che con il progredire della malattia sviluppano bisogni più complessi e coloro che si trovano in situazioni particolarmente delicate sul piano riabilitativo.
Un altro punto fondamentale è il controllo. Bisogna essere certi che l’accesso a questi ausili medici sia davvero garantito a tutti e su tutto il territorio nazionale . Questo deve diventare un impegno prioritario per il ministero della Salute, il Governo, il Parlamento e le stesse Regioni che  dovranno applicare in nuovi Lea, sostiene Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale dei Collegi degli infermieri Ipasvi. Nonostante tutte le difficoltà di un servizio sanitario a cui lo stesso Governo ha imposto pesanti tagli economici. Il punto cruciale dunque è garantire  ovunque il diritto costituzionale di tutela della salute. E non a macchia di leopardo, come purtroppo già accade per tutta una serie di patologie e richieste di intevento medico .

Ad aspettarsi delle risposte  dal ministro della Salute su tutti questi punti, insieme ai malati sono gli operatori sanitari, che ora si aspettano che Beatrice Lorenzin passi dalla parola ai fatti,  ribadisce Mangiacavalli,  “riguardo all’ operatività dei nuovi Lea, con la legge di stabilità, lo sblocco del turnover, la stabilizzazione dei precari, rinnovo del contratto”.