Il presidente Hollande è il più impopolare della storia di Francia. Un sondaggio pubblicato da Le Figaro gli assegna l’11% delle intenzioni di voto, quarto o quinto, a seconda del numero di candidati proposti al campione. Un disastro.
A veleggiare verso il secondo turno delle presidenziali previste per la primavera del 2017 è Marine Le Pen, in testa con una quota che oscilla tra il 26 e il 28,5% dei consensi. Al secondo posto il candidato dei repubblicani, che si tratti di Francois Sarkozy o Alain Juppé, impegnati in uno scontro per le primarie, al terzo l’ex ministro dell’Economia Macron, dimessosi da una settimana e destinato ad agitare le acque del quadro politico, specie a sinistra (ma nono solo).
Gli incroci tentati da Le Figaro sono molti, con e senza Macron, con il candidato di sinistra Mélenchon (ce ne sono anche altri), con Juppé e con Sarkozy, con l’altro candidato potenziale di sinistra Montebourg. Siamo ancora lontani dalla campagna vera e propria, gli schieramenti e i patti non sono definiti, ma l’unica certezza è che c’è un impatto di ciascun candidato potenziale sull’andamento degli altri. Tradotto: se Macron non si candidasse, Juppé – ma non Sarkozy – oggi sarebbe il candidato più votato. Più di Le Pen. Se ci fosse il centrista Bayrou, calerebbero i Repubblicani e salirebbero di poco sinistra e socialisti. Gli unici due candidati che sono quasi immobili, qualsiasi cosa succeda, sono Le Pen e il povero Hollande, sul quale pesa la richiesta di primarie della sinistra tutta – che alcuni candidati non vorrebbero per paura di trovarsi Hollande vincente grazie all’apparato socialista.
La seconda parte del sondaggio è interessante proprio in questa chiave, la domanda rivolta è: chi vorreste come candidato? La risposta è tutti meno il presidente in carica. Il campione generale risponde Macron, Valls, Montebourg, Mélenchon e, solo poi, Hollande. Elettori e simpatizzanti di sinistra puntano anche loro su Macron ma mettono Mélenchon al secondo posto, solo tra gli elettori socialisti Hollande è secondo (dopo il solito Macron).
In questo contesto, il presidente, che domani terrà un discorso sull’antiterrorismo, l’unico tema forte rimastogli, visto che si è trovato a dover gestire quattro attentati terribili nei quattro anni di presidenza. Certo è che anche qui il rischio è quello di dare forza a Marine Le Pen e ai suoi argomenti, che fare il candidato della sinistra presentandosi come l’uomo di legge e ordine non è proprio una carta vincente. Il sondaggio pubblicayo in questi giorni indica come spazio a sinistra, se si terranno primarie vere o se si raggiungerà un accordo serio su come e chi presentare al posto di Hollande, ce ne sarebbe. Si tratta di rassicurare un Paese inquieto che ha vissuto una crisi pesante e attraversa un crisi di identità. Ma anche di avere una faccia capace di guardare al futuro: i candidati possibili sono la figlia del fondatore del suo partito, l’ex presidente, il presidente in carica e vecchia volpe del Ps, l’ex premier e ministro. Tranne Macron, che forse solo per quello raccoglie tanti consensi, tutto materiale vecchio, con la novità Front National che ha dalla sua il fatto di non aver mai governato. Il probelema della politica francese, e il numero e la longevità dei candidati in questo senso ne è una riprova, è che è molto un pollaio pieno di galli. A sinistra, dove non si riesce a trovare un’alternativa unica a Hollande e dove lo stesso presidente non sembra intenzionato a farsi da parte nonostante il disastro combinato, come a destra dove i due rivali repubblicani si fanno una guerra senza esclusione di colpi. Intanto Marine Le Pen e i suoi giovani e moderni collaboratori, si godono lo spettacolo.