La Cgil ha deciso. L’assemblea generale del sindacato «ferma restando la libertà di posizioni individuali» visto che si tratta di Costituzione invita a votare No al referendum costituzionale che si “dovrebbe” tenere tra novembre e dicembre (ancora la data non è stata comunicata). «L’assemblea impegna tutte le strutture a diffondere queste valutazioni», si legge nell’ordine del giorno votato.
Il sindacato guidato da Susanna Camusso però non parteciperà attivamente ai comitati per il No che stanno sorgendo un po’ ovunque in Italia «nel preservare la sua autonomia», anche se considera fondamentale la partecipazione al voto, impegnandosi a promuoverla.
Nel documento si dice a chiare lettere che con questa revisione costituzionale non si migliora la governabilità con il rischio di una concentrazione di poteri che non fa bene alla democrazia. È un’occasione persa per apportare modifiche che potevano realmente contribuire a semplificare le istituzioni rafforzandole. Quale semplificazione, poi. Il superamento del bicameralismo perfetto si è risolto in una «moltiplicazione dei procedimenti previsti a seconda della natura del provvedimento in esame».
E i contenziosi Stato-Regioni davanti alla Corte Costituzionale sono sempre dietro l’angolo.