L'Onu ha sospeso tutti i convogli di aiuti in Siria dopo un attacco devastante su un convoglio di aiuti diretti ad Aleppo che ha distrutto 18 camion su 31 e fatto 20 morti civili. L'attacco aereo, russo o siriano, è giunto poche ore dopo l'avvio della tregua mediata da Mosca e Washington e non lontano dall'ammissione americana di aver colpito - per sbaglio - un gruppo di soldati di Assad, mentre si cercava, dice il Pentagono, di colpire un gruppo di miliziani dell'isis (per i quali la tregua non vale). Testimoni hanno parlato di una bomba a grappolo lanciata da un elicottero e di fuoco di mitragliatrici da parte di un aereo. Russia e Siria hanno entrambi insistito che le loro forze aeree non sono state coinvolte nell'attacco, ma i testimoni dicono il contrario. I russi sostengono l'improbabile teoria che i 18 camion distrutti abbiano preso fuoco misteriosamente in concomitanza con un  attacco ad Aleppo. Lo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha lanciato accuse al governo siriano, ricordando come i morti civili sono soprattutto demerito di Assad e delle sue truppe.  Con toni insolitamente duri, Ban (che è in uscita dall'incarico) ha detto «tutti i gruppi uccidono civili, ma nessuno più del regime siriano, che continua a buttare bombe a grappolo su quartieri abitati e a torturare i suoi prigionieri». [caption id="attachment_85239" align="aligncenter" width="1024"]U.S. Secretary of State John Kerry, center, sits with United Nations envoy to Syria, Staffan de Mistura, right, and Russian Foreign Minister Sergey Lavrov during the International Syria Support Group meeting Tuesday, Sept. 20, 2016, in New York . (AP Photo/Kevin Hagen) John Kerry, al centro, Staffan de Mistura, a destra, e Sergey Lavrov durante la riunione del gruppo di sostegno alla Siria a New York (AP Photo/Kevin Hagen)[/caption] Il Segretario di Stato americano John Kerry ha voluto sottolineare che l'accordo per il cessate il fuoco «non è morto», dopo aver parlato con il suo omologo Lavrov al Palazzo di Vetro, dove è in corso l'Assemblea generale Onu. L'inviato delle Nazioni Unite in Siria, Staffan de Mistura, ha detto che c'era ancora speranza, ma ha sottolineato che la tregua è in pericolo. Nelle poche ore in cui è stata in vigore, diversi gruppi ne hanno denunciato la violazione. L'incidente che ha colpito più di metà del convoglio e ucciso venti civili rischia di essere l'ennesimo passo indietro in una situazione, quella tragica di Aleppo, dalla quale non sembra esserci via di uscita. La verità è che il clima è di nuovo pessimo, nonostante la facciata nei corridoi di New York: lo stesso Obama, nel suo ultimo discorso da presidente all'Assemblea Onu ha attaccato la Russia dicendo: «Cerca di riaffermare il potere perduto attraverso la forza» e ricordato ancora una volta che in Siria non può vincere nessuno e che, per quanto difficile, l'unica soluzione al conflitto è diplomatica.

L’Onu ha sospeso tutti i convogli di aiuti in Siria dopo un attacco devastante su un convoglio di aiuti diretti ad Aleppo che ha distrutto 18 camion su 31 e fatto 20 morti civili. L’attacco aereo, russo o siriano, è giunto poche ore dopo l’avvio della tregua mediata da Mosca e Washington e non lontano dall’ammissione americana di aver colpito – per sbaglio – un gruppo di soldati di Assad, mentre si cercava, dice il Pentagono, di colpire un gruppo di miliziani dell’isis (per i quali la tregua non vale). Testimoni hanno parlato di una bomba a grappolo lanciata da un elicottero e di fuoco di mitragliatrici da parte di un aereo.

Russia e Siria hanno entrambi insistito che le loro forze aeree non sono state coinvolte nell’attacco, ma i testimoni dicono il contrario. I russi sostengono l’improbabile teoria che i 18 camion distrutti abbiano preso fuoco misteriosamente in concomitanza con un  attacco ad Aleppo. Lo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha lanciato accuse al governo siriano, ricordando come i morti civili sono soprattutto demerito di Assad e delle sue truppe.  Con toni insolitamente duri, Ban (che è in uscita dall’incarico) ha detto «tutti i gruppi uccidono civili, ma nessuno più del regime siriano, che continua a buttare bombe a grappolo su quartieri abitati e a torturare i suoi prigionieri».

U.S. Secretary of State John Kerry, center, sits with United Nations envoy to Syria, Staffan de Mistura, right, and Russian Foreign Minister Sergey Lavrov during the International Syria Support Group meeting Tuesday, Sept. 20, 2016, in New York . (AP Photo/Kevin Hagen)
John Kerry, al centro, Staffan de Mistura, a destra, e Sergey Lavrov durante la riunione del gruppo di sostegno alla Siria a New York (AP Photo/Kevin Hagen)

Il Segretario di Stato americano John Kerry ha voluto sottolineare che l’accordo per il cessate il fuoco «non è morto», dopo aver parlato con il suo omologo Lavrov al Palazzo di Vetro, dove è in corso l’Assemblea generale Onu.

L’inviato delle Nazioni Unite in Siria, Staffan de Mistura, ha detto che c’era ancora speranza, ma ha sottolineato che la tregua è in pericolo. Nelle poche ore in cui è stata in vigore, diversi gruppi ne hanno denunciato la violazione. L’incidente che ha colpito più di metà del convoglio e ucciso venti civili rischia di essere l’ennesimo passo indietro in una situazione, quella tragica di Aleppo, dalla quale non sembra esserci via di uscita. La verità è che il clima è di nuovo pessimo, nonostante la facciata nei corridoi di New York: lo stesso Obama, nel suo ultimo discorso da presidente all’Assemblea Onu ha attaccato la Russia dicendo: «Cerca di riaffermare il potere perduto attraverso la forza» e ricordato ancora una volta che in Siria non può vincere nessuno e che, per quanto difficile, l’unica soluzione al conflitto è diplomatica.