Tre morti in pochi giorni e un ferito nelle proteste che sono seguite all'uccisione di Keith Lamont Scott. Stato d'emergenza in città. In percentuale, i neri uccisi dalla polizia sono il doppio dei bianchi

Tre afroamericani uccisi in pochi giorni da parte della polizia. In Ohio, in Oklahoma, in North Carolina, Stati diversi, circostanze diverse, stesso risultato. E ora un uomo in ospedale, colpito da un’arma da fuoco durante le proteste esplose a Charlotte, dove il governatore ha proclamato lo stato d’emergenza, schierato la guardia nazionale e diversi negozi sono stati saccheggiati. Le proteste, nella maggior parte dei casi e come sempre in questi mesi, sono sostanzialmente pacifiche – e questo è uno dei motivi che le rende di impatto, forti e durature.

 

  • Tyre King, 13enne è stato ucciso mentre fuggiva dopo aver fatto una rapina da 10 dollari a Columbus, Ohio. Finito in un vicolo, ha tirato fuori una pistola ad aria compressa che il poliziotti che lo ha ucciso dice essere stata identica a una Luger.
  • Terence Crutcher, è invece stato fermato a Tusla, in Oklahoma, forse era sotto effetto di droghe sintetiche. Fatto sta che il video che ne registra l’uccisione non mostra particolari segni di comportamenti pericolosi da parte sua e la versione che questi avrebbe cercato di prendere qualcosa nell’auto viene contestata dai familiari, che mostrano una foto nella quale si vedono schizzi di sangue su un finestrino chiuso.
  • Keith Lamont Scott è invece morto a Charlotte mentre la polizia effettuava un arresto. Chi lo ha ucciso sostiene che Scott sia uscito armato dalla sua macchina. La famiglia sostiene che la vittima stava aspettando la figlia in auto e mentre aspettava stava leggendo un libro. Quello sarebbe stato scambiato per un’arma.

Tre casi diversi, stessa tragica fine. Il terzo è quello che ha scatenato l’ultima esplosione di rabbia della comunità afroamericana. Proteste calme che sono sfociate in violenza dopo che un uomo è stato ferito. Un primo comunicato della polizia parlava di un morto – ma è stata corretta. Charlotte e la North Carolina sono un tipico esempio di centro urbano segregato. Che non vuol dire necessariamente che i neri vivano in ghetti, ma che c’è separazione: un piccolo centro con una strada centrale con ristoranti, un business centre molto grande che negli ultimi anni ha attirato diversi quartier generali di multinazionali e poi una immensa distesa di sobborghi.

Le immagini delle proteste a Charlotte

(Leggi anche: Che cos’è e come è nata Black Lives Matter)

Negli Stati Uniti la polizia uccide gli afroamericani con una frequenza 2,5 volte più alta che i bianchi. Ma, sostengono alcuni, è anche vero che il numero di neri coinvolti in reati è più alto – quali siano le cause è un altro e più difficile discorso – e che, dunque, non c’è nulla di strano. I morti ammazzati dalla polizia sono poco meno di un migliaio l’anno e i morti tra i poliziotti non sono in aumento, nonostante la strage di Dallas di inizio estate.

Uno studio di Roland Fryer, economista di Harvard, ha messo insieme una quantità enorme di dati relativi alle interazioni tra polizia e civili in quattro grandi aree (New York, Los Angeles, Houston e sei contee della Florida). Il lavoro ha verificato che, quando si parla di morti ammazzati, le differenza statistiche non sono enormi – ma, dice l’autore, non sappiamo se i dipartimenti di polizia che rendono pubblici i dati lo fanno perché sanno che non sono imbarazzanti per loro –  ma che il dato esplode se parliamo di interazioni durante le quali la polizia usa maniere forti. Si tratta di un dato interessante perché spiega bene la reazione della comunità: il problema non sono i morti ammazzati ma la quotidianità, la paura di essere fermati, multati, percossi anche quando non ce ne è motivo. A causare la rivolta di BlackLivesMatter è la normalità vissuta dai neri d’America.

Il 26 settembre si tiene il primo dibattito televisivo tra Clinton e Trump, sia i neri che i bianchi d’America, dicono i sondaggi, sentono che le relazioni tra comunità vivono una fase difficile. Il tema è delicato: Trump soffia sul fuoco, che non ha voti neri da perdere (il suo consenso è intorno all’8% nella comunità), mentre Clinton dovrà camminare in equilibrio tra la necessità di dare risposte concrete alla protesta, rassicurando quei bianchi spaventati dalla retorica di alcuni media.

Protesters block an intersection at Trade and Tryon Streets in Charlotte, N.C., Wednesday, Sept. 21, 2016. The protesters were marching and rallying against a police officer's fatal shooting of Keith Lamont Scott on Tuesday evening at The Village at College Downs apartment complex in the University City area. Authorities in Charlotte tried to quell public anger Wednesday after a police officer shot a black man, but a dusk prayer vigil turned into a second night of violence, with police firing tear gas at angry protesters and a man being critically wounded by gunfire. North Carolina's governor declared a state of emergency in the city. (Jeff Siner/The Charlotte Observer via AP)
(Jeff Siner/The Charlotte Observer via AP)