Secondo giorno di bombe a grappolo sulla città assediata. Kerry duro con i russi, oggi nuovo incontro con Lavrov

Ieri i white helmets, i volontari che recuperano i feriti tra i detriti delle case distrutte dalle bombe ad Aleppo, hanno vinto il right livelihood award, il premio Nobel alternativo. Oggi le tre sedi della città siriana della Difesa Civile Siriana, così si chiamano, sono stati presi di mira dalle bombe del regime di Assad. Le foto delle sedi rilanciate su twitter dagli stessi caschi bianchi sono qui sotto: i volontari parlano di volontà di “annichilire la resistenza”.

 

Dopo che la tregua, prevista per una settimana, è saltata – violata da vari gruppi di ribelli, dai soldati di Damasco e dagli aerei russi, oltre che da un attacco degli americani, dicono per sbaglio, sulle truppe di Assad – e l’offensiva del regime, con il sostegno dell’aviazione di Mosca, viene raccontata come particolarmente violenta. Il messaggio ai civili, attraverso i media di Stato, è: lasciate le aree dove sono attivi i ribelli, che le bombardiamo. E questo è quel che sta accadendo, Assad sta spingendo sull’acceleratore. I civili morti ieri sono 13.

I colloqui tra russi e americani, con i primi che sono gli unici di frenare Assad e di garantire in qualche modo che un eventuale nuovo cessate-il-fuoco tenga, sono in stallo. Un nuovo incontro tra il Segretario di Stato Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov è previsto ma, dice Kerry «dopo la violazione della tregua, ci aspettiamo proposte concrete e passi importanti». Ad esempio, la dichiarazione che la si smetterà con i bombardamenti dal cielo, vera arma in più del regime di Assad. L’offensiva di queste ore non sembra lasciare intendere che Damasco e il suo alleato più grande abbiano intenzione di rallentare. Al contrario. L’ultimo meeting si è concluso con posizioni distanti. Gli americani accusano Mosca per la strage di operatori umanitari Onu che portavano aiuti, i russi negano. Ma i soli ad avere aerei ed elicotteri, in questo momento in Siria sono Assad e Mosca. Aerei hanno anche colpito un ospedale di Aleppo.

La situazione, insomma, non sembra avere una via di uscita: Washington e l’Europa, dopo non essersi mosse nel 2014, oggi si trovano senza armi diplomatiche da usare, mentre Mosca e Assad hanno da mesi buon gioco nel negoziare – più o meno seriamente – mentre scaricano bombe a grappolo sui civili di Aleppo.

Nel video dell’agenzia di stampa dell’opposizione siriana Theqa i bombardamenti ieri ad Aleppo