Non chiede, Bersani, a questi colleghi di spiegargli quale sarebbe la differenza tra un nuovo governo con Berlusconi e l’attuale governo con Verdini - domanda che sarebbe stata lecita ma in effetti scivolosa, accordando Bersani la fiducia al governo con Verdini - ma assicura a Renzi il suo appoggio in caso di vittoria del No. Non si dica che i suoi dubbi sulla riforma sono dunque strumentali. Guai! «Se vince il No bisogna fare un'altra legge elettorale, Renzi resta e si ragiona sul da farsi», dice Bersani. «Renzi resterà perché il governo non c'entra con il referendum». E se non resterà - è il sottotesto - è perché non vorrà lui, troppo preoccupato di logorarsi.Bersani a Renzi: «Stiamo tirando la volata a una nuova destra». Verdini: «“No, tranquillo, siamo quella vecchia».
— Francesca Fornario (@Fornario) 3 novembre 2016
Ma si può essere contro rif cost e italicum perché "apre la strada alla nuova destra"? Se la aprisse alla sx invece andrebbe bene? #bersani — Nicola Mirenzi (@nicolamirenzi) 3 novembre 2016Con l’annuncio di Bersani, finalmente sul No, però, il clima nel Pd resta caldissimo. E anzi si accende ancora di più, nonostante la blindatura del governo (scenario abbastanza prevedibile: la legge elettorale va fatta, e se non è Renzi serve un altro per governare l'annetto che manca). Volano veri e propri insulti, come quelli recapitati all’ex segretario da Fabrizio Rondolino, editorialista dell’Unità, renzianissimo. Scrive Rondolino, rilanciando su twitter un pezzo che dà conto della partecipazione di Bersani alla prossima manifestazione del No: «Un uomo squallido, privo di principi, intimamente vigliacco». Nientemeno.
Durissima - considerando che Rondolino è uomo vicino al presidente del Consiglio - è però anche la replica: «Da certa gente è meglio essere insultati che omaggiati, così che si capisca che non ho niente da spartire», dice Bersani. Che si mostra pronto a rispondere a tono a tutti, premier compreso, se continueranno a insultarlo. A dire che è un sabotatore.Con Rondolino potrebbe ripetersi paradosso del referendum diventato pro/contro Renzi. Capace che qualcuno vota NO per allontanare Rondolino https://t.co/x5fF7oTO0Y
— massimo mantellini (@mante) 3 novembre 2016
Bersani: "sbrano chi mi insulta" Ce li ricordiamo Crimi e Lombardi tutti mozzicati alla fine dell'incontro. — ConteZero (@ConteZero76) 3 novembre 2016
È dallo studio di Repubblica che l’ex segretario del Pd cerca così di scrollarsi di dosso l’accusa che gli muovono i compagni di partito più vicini a Renzi: aver dimenticato i suoi stessi insegnamenti sulla Ditta e, soprattutto, condannare l’Italia, sostenendo il No, a un nuovo governo di larghe intese. A un nuovo governo con Silvio Berlusconi.
Bersani a Renzi: «Stiamo tirando la volata a una nuova destra». Verdini: «“No, tranquillo, siamo quella vecchia».
— Francesca Fornario (@Fornario) 3 novembre 2016
Non chiede, Bersani, a questi colleghi di spiegargli quale sarebbe la differenza tra un nuovo governo con Berlusconi e l’attuale governo con Verdini – domanda che sarebbe stata lecita ma in effetti scivolosa, accordando Bersani la fiducia al governo con Verdini – ma assicura a Renzi il suo appoggio in caso di vittoria del No. Non si dica che i suoi dubbi sulla riforma sono dunque strumentali. Guai! «Se vince il No bisogna fare un’altra legge elettorale, Renzi resta e si ragiona sul da farsi», dice Bersani. «Renzi resterà perché il governo non c’entra con il referendum». E se non resterà – è il sottotesto – è perché non vorrà lui, troppo preoccupato di logorarsi.
Ma si può essere contro rif cost e italicum perché “apre la strada alla nuova destra”? Se la aprisse alla sx invece andrebbe bene? #bersani
— Nicola Mirenzi (@nicolamirenzi) 3 novembre 2016
Con l’annuncio di Bersani, finalmente sul No, però, il clima nel Pd resta caldissimo. E anzi si accende ancora di più, nonostante la blindatura del governo (scenario abbastanza prevedibile: la legge elettorale va fatta, e se non è Renzi serve un altro per governare l’annetto che manca). Volano veri e propri insulti, come quelli recapitati all’ex segretario da Fabrizio Rondolino, editorialista dell’Unità, renzianissimo. Scrive Rondolino, rilanciando su twitter un pezzo che dà conto della partecipazione di Bersani alla prossima manifestazione del No: «Un uomo squallido, privo di principi, intimamente vigliacco». Nientemeno.
Con Rondolino potrebbe ripetersi paradosso del referendum diventato pro/contro Renzi. Capace che qualcuno vota NO per allontanare Rondolino https://t.co/x5fF7oTO0Y
— massimo mantellini (@mante) 3 novembre 2016
Durissima – considerando che Rondolino è uomo vicino al presidente del Consiglio – è però anche la replica: «Da certa gente è meglio essere insultati che omaggiati, così che si capisca che non ho niente da spartire», dice Bersani. Che si mostra pronto a rispondere a tono a tutti, premier compreso, se continueranno a insultarlo. A dire che è un sabotatore.
Bersani: “sbrano chi mi insulta”
Ce li ricordiamo Crimi e Lombardi tutti mozzicati alla fine dell’incontro.
— ConteZero (@ConteZero76) 3 novembre 2016