Il 12 settembre l’assessora Laura Baldassarre aveva detto che il Comune di Roma non poteva fare niente perché ci sarebbero voluti almeno 45 giorni per allestire un campo e ospitare le centinaia di migranti in transito dalla città. E non sarebbe valsa la pena farlo a novembre. Invece siamo a novembre e – dopo la cacciata da via Cupa a settembre, la dispersione da piazzale del Verano a ottobre e i sigilli al parcheggio abbandonato della stazione Tiburtina in questi giorni – nella Capitale ci sono ancora 190 migranti accampati per strada. E, annunciano i volontari di Baobab Experience, “come previsto, anche stavolta la risposta all’emergenza è: blindati e sgombero”. Dopo lo sgombero di un anno fa, per il Baobab non c’è più stata pace e il mancato intervento del Campidoglio, anche stavolta, si tradurrà in una mera questione di ordine pubblico.
“Domani mattina – 7 novembre, “verrà di nuovo la polizia con i blindati a portare via e distruggere tende e gazebo donati dalla cittadinanza e dalle associazioni, a togliere l’unico riparo che questi migranti hanno trovato nella Capitale”. Sono sicuri, dal Baobab. Anche se non conoscono l’orario, perciò, hanno reso pubblico un appello, in nome “dell’umanità che avete dimostrato in questi mesi, per l’idea di fratellanza e giustizia che non riusciranno mai a sgomberare, vi chiediamo di venire tutti al presidio domani mattina dalle 6 per una colazione solidale con i migranti e per respingere l’ennesimo atto di forza delle nostre piccole istituzioni che ancora non riescono a dare altre risposte”.
Il 5 novembre Baobab Experience ha allestito una tendopoli davanti all’ingresso del parcheggio sotterraneo di Piazzale Spadolini, a est della stazione Tiburtina di Roma. Sono circa 190 i migranti in attesa del completamento delle procedure di asilo o di ricollocazione che vi trovano temporaneamente rifugio. In previsione della pioggia, il 4 novembre, intorno alle 19, i volontari hanno piantato le tende a piazzale Spadolini perché “dormire sotto la pioggia del novembre romano non è accoglienza degna”. Gli organizzatori parlano di un atto di “consapevole disobbedienza civile” in risposta al Comune di Roma che il giorno prima, il 4 novemnre, ha posto i sigilli all’ingresso del parcheggio: “Le istituzioni competenti sono incapaci di offrire soluzioni di lungo periodo. Certo, un parcheggio al lato di una stazione non è accoglienza degna, ma ancor meno degno è apporre i sigilli a quest’unico riparo, come invece è accaduto”. Gli ospiti sono cittadini di origine africana, arrivano dal Sudan, dal Gambia, dalla Libia e soprattutto dall’Eritrea. Per giunta molti di loro hanno denunciato il “mancato accesso alle procedure di asilo e di relocation, che sono sostanzialmente bloccate”.