In un’intervista pubblicata ieri da Euractiv, Frans Timmermans, Primo vicepresidente della Commissione europea nonché ex-Ministro degli affari esteri olandese, ha parlato a tutto tondo della situazione dell’Ue: dal tema della solidarietà tra Paesi, alle politiche identitarie di alcuni governi, passando per la crisi dei migranti.
Timmermans ha affermato che, per la prima volta da 30 anni a questa parte, ha la sensazione che «l’Unione europea possa fallire». «Non è una questione di pessimismo, ma nemmeno l’Ue è eterna e si deve combattere per difenderla»; poi ha specificato che «invece di lodare l’Unione in quanto tale, dovremmo dimostrare che le sue politiche possono aiutare a risolvere i problemi che gli Stati nazionali non riescono a gestire».
Secondo Timmermans, uno dei problemi principali del nostro continente è rappresentato dall’indebolimento della classe media: «Il nostro ascensore sociale si è bloccato e ha cominciato a tirare verso il basso le prospettive future delle persone. Le disuguaglianze aumentano e le rivendicazioni identitarie ritornano in primo piano».
Interrogato sul disinteresse dei giovani verso la politica europea, l’ex Ministro olandese ha ammesso che la classe politica «ha fallito nell’educare i cittadini», i quali vengono invece radicalizzati da partiti estremisti.
Il Vicepresidente della Commissione ha poi commentato la Brexit: «In politica, la nostalgia verso il passato rappresenta sempre una paura del futuro». In seguito ha anche ringraziato i valloni per aver sollevato importanti questioni nel corso delle negoziazioni per il Ceta, ma ha detto che sarebbe stato una contraddizione non firmare un accordo con il Canada: «Gli accordi commerciali sono un modo per rafforzare i nostri valori comuni e uno strumento per guidare la globalizzazione nella direzione giusta».
Infine Timmermans ha dato uno schiaffo morale all’ex-Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. Timmermans non si spiega come Barroso abbia potuto accettare una simile posizione lavorativa: «In politica l’esempio è tutto. Se si parla di valori è necessario comportarsi anche in maniera consequenziale. Si deve essere all’altezza della posizioni istituzionale che si occupa».
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