È enorme la portata dell’inchiesta giudiziaria che ha travolto ieri il sistema politico-amministrativo e imprenditoriale che per anni, fino a giugno 2015, ha governato ininterrottamente il capoluogo pontino.
L’operazione, denominata “Olimpia”, ha visto finire agli arresti, tra gli altri, l’ex sindaco di Latina ed ex vicepresidente Anci Giovanni Di Giorgi (FdI), mentre per il deputato (sempre Fratelli d’Italia) e presidente del Latina Calcio, Pasquale Maietta, è stata chiesta l’autorizzazione a procedere alla Camera dei deputati.
Un totale di venti ordinanze di custodia cautelare e cinquanta indagati, con accuse che vanno dall’associazione per delinquere alla truffa ai danni dello Stato.
SISTEMA LATINA. Un’indagine enorme e complessa, nata dalla denuncia del quotidiano Latina Oggi e dall’interrogazione parlamentare del deputato ex 5 stelle Giuseppe Vacciano, che configura un vero e proprio “sistema Latina” e coinvolge tre filoni principali.
Il primo tocca in profondità i meccanismi di affidamento di 152 appalti pubblici che, secondo la procura, sarebbero stati frazionati artificiosamente dai dirigenti del Comune di Latina in modo da stare sotto la soglia prevista per la gara ad evidenza pubblica e poter procedere ad affidamento diretto in favore sempre delle stesse aziende e degli stessi imprenditori.
PALLONE GONFIATO. Il secondo filone dell’inchiesta coinvolge la società del Latina Calcio, da sempre centro di gravità elettorale della politica latinense e già in passato finita sotto i riflettori per vicende poco chiare. Secondo il procuratore Andrea De Gasperis, la società ha goduto di enormi vantaggi economici «grazie alla chiara collusione con la passata amministrazione comunale», che arrivava addirittura a concretizzarsi nello svolgimento di lavori di pertinenza del Latina Calcio direttamente con fondi pubblici. Una collusione talmente pesante che trova, all’interno delle oltre cinquecento pagine dell’ordinanza, alcuni passaggi emblematici, come l’utilizzo della scheda di funzionamento dei condizionatori d’aria dell’Ospedale di Latina per gli uffici interni dello Stadio Francioni, a scapito, ovviamente, della struttura sanitaria; oppure un allaccio abusivo alla rete idrica effettuato da tecnici del Comune in un impianto sportivo secondario.
Addirittura si arrivava a distrarre fondi pubblici, destinati alla ristrutturazione di un ex albergo in cui si sarebbero dovuti collocare uffici comunali per un risparmio di mezzo milione di euro per l’ente, utilizzandoli per l’ampliamento dello Stadio comunale che non competeva al Comune di Latina. Una situazione di totale assoggettamento dell’amministrazione nei confronti dei vertici della società sportiva che vedeva tecnici, politici e dirigenti nel timore di possibili ritorsioni e comunque del peso dei vertici della società.
SPECULAZIONE DISSENNATA. L’ultimo filone di questa indagine è forse il più pesante e riguarda uno degli aspetti amministrativi che, nell’ultimo ventennio, è stato maggiormente oggetto di violenza nella Provincia pontina: la gestione del settore urbanistico. Nel provvedimento del Gip, infatti, si parla di un decennio caratterizzato “da una dissennata speculazione edilizia con manovre che hanno consentito cementificazione abusive su aree centrali totalmente inedificabili e su terreni sottratti al patrimonio del Comune”. Meccanismi di spartizione del territorio tra costruttori amici degli esponenti politici, con l’approvazione di Piani particolareggiati totalmente illegittimi. Un’inchiesta enorme e complessa che, ancora una volta, mette in luce lo stato di degrado politico ed imprenditoriale che, come Left ha più volte denunciato, vive la seconda città più importante del Lazio.