Alcuni tra i legali degli accusati si sono appellati all’illegalità di una causa mossa da minorenni, poiché per legge i non aventi diritto al voto non possono fare causa allo Stato, mentre altri hanno tirato fuori la carta negazionista, sostenendo che «il riscaldamento globale non è provocato dall’uomo». Secondo Julia Olson, l’avvocato dei ragazzi, i giovani sono regolarmente tagliati fuori dalle questioni ambientali, pur essendo i diretti interessati delle politiche applicate all’ambiente in un futuro prossimo e dovrebbero poter partecipare alle decisioni importanti. La campagna ha anche mandato una videolettera a Obama: facciamo causa al governo federale ma con lei non vogliamo vederci in tribunale, ma sederci attorno a un tavolo e farle avvicinare la vinicinanza con l'industria dei combustibili fossili.Youth Press Ahead and National Media Covers Their Landmark Case #climatekids https://t.co/Zi72ofMeZO pic.twitter.com/ZErygbBC0r
— Our Children's Trust (@OCTorg) 15 marzo 2016
Sembra una commedia americana a lieto fine l’esito della richiesta sporta al tribunale federale dell’Oregon da parte di un gruppo di ragazzi minorenni.
Il 10 novembre 2016, infatti, il giudice federale della città di Eugene, negli Stati Uniti, ha concesso ai ragazzi che compongono l’organizzazione non governativa Our Children’s Trust di sporgere denuncia contro Obama, in qualità di capo del governo federale, e i direttori di tutte le agenzie federali che hanno in qualche modo a che fare con la regolazione dell’ambiente e contro le aziende che estraggono fonti energetiche fossili inquinando il pianeta.
La causa è parte di una campagna più ampia che negli Stati Uniti chiede la fine dell’estrazione di combustibili fossili dalla terra. Non a caso tra i fan di questa azione penale ci sono l’ambientalista Bill McKibben e Naomi Klein, tra i leader di 350.org, che, appunto, fa campagna per fermare l’estrazione di idrocarburi.
Il giudice Ann Aiken ha riconosciuto nell’uso di fonti di energia fossili una «violazione dei diritti costituzionali alla vita e alla libertà» e ha dichiarato che «le azioni o non azioni dei convenuti, che violino o no qualsiasi specifico dovere di legge, abbiano così profondamente danneggiato il nostro pianeta da minacciare i diritti costituzionali fondamentali dei ricorrenti alla vita e alla libertà. Le Corti federali troppo spesso sono state caute ed eccessivamente deferenti nel campo delle norme ambientali, e il mondo ha sofferto per questo».
Youth Press Ahead and National Media Covers Their Landmark Case #climatekids https://t.co/Zi72ofMeZO pic.twitter.com/ZErygbBC0r
— Our Children’s Trust (@OCTorg) 15 marzo 2016
Alcuni tra i legali degli accusati si sono appellati all’illegalità di una causa mossa da minorenni, poiché per legge i non aventi diritto al voto non possono fare causa allo Stato, mentre altri hanno tirato fuori la carta negazionista, sostenendo che «il riscaldamento globale non è provocato dall’uomo».
Secondo Julia Olson, l’avvocato dei ragazzi, i giovani sono regolarmente tagliati fuori dalle questioni ambientali, pur essendo i diretti interessati delle politiche applicate all’ambiente in un futuro prossimo e dovrebbero poter partecipare alle decisioni importanti.
La campagna ha anche mandato una videolettera a Obama: facciamo causa al governo federale ma con lei non vogliamo vederci in tribunale, ma sederci attorno a un tavolo e farle avvicinare la vinicinanza con l’industria dei combustibili fossili.
L’associazione è composta da giovani e giovanissimi provenienti da tutti gli stati nordamericani che hanno tra gli otto e i diciannove anni. Il loro leader ha sedici anni ed è un nativo americano, si chiama Xiuhtezcatl Martinez, è direttore anche dell’ong ambientalista Earth Guardians, ed è un cantante rap.
In seguito alla decisione del giudice – arrivata dopo più di un anno dalla richiesta – ha detto «La mia generazione sta riscrivendo la storia. Noi stiamo facendo quello che tanta gente ci aveva detto che non era in grado di fare: ritenere i nostri leader responsabili per le loro azioni disastrose e pericolose. Io e gli altri ricorrenti stiamo domandando giustizia per la nostra generazione e per tutte quelle future».
Sul sito dell’associazione è possibile aderire alla loro causa e seguire i progetti a favore dell’ambiente che hanno in mente e magari prendere qualche spunto.