«Hai ragione, abbiamo un’idea di fondo, direi filosofica, molto diversa dell’essere umano. Tu hai molta minor fiducia e ritieni che nella scelta sia illuminato soltanto dall’interesse economico… praticamente non credi che l’essere umano possa cambiare, mentre sono convinto di avere sperimentato sulla mia persona che succede». Gherardo Colombo saluta così il suo collega di anni Piercamillo Davigo, dopo aver dialogato su giustizia, pena, cultura, libertà e democrazia per quasi 200 pagine, nel libro La tua giustizia non è la mia. Dialogo fra due magistrati in perenne disaccordo. E in effetti il disaccordo è perenne. Perché Colombo pensa che per superare una società e una giustizia che ancora discrimina, il lavoro da fare sia tutto culturale. Mentre Davigo rimane saldamente ancorato a un’idea di società e cultura che deve “rendere conveniente” non delinquere.
L’intervista su Left in edicola dal 19 novembre