Malta é il primo Paese europeo a bandire la terapia di conversione degli omosessuali - la gay cure therapy - dalle sue pratiche mediche e psicoterapiche. «Chiunque cerchi di cambiare, reprimere o eliminare l'orientamento sessuale di una persona, l'identità di genere e/o l'espressione di genere dovrà pagare una multa o finire in carcere» recita il nuovo Affirmation of Sexual Orientation, Gender Identity and Gender Expression Act, approvato dal parlamento di Valletta - riporta il Malta Today. I medici che prescriveranno la terapia di conversione degli omosessuali dovranno pagare una multa di 10,000 euro e dovranno scontare una pena detentiva di massimo un anno, mentre in altri casi i giudici potranno decidere di condannare i colpevoli al pagamento di multe tra i 1000 e i 5000 euro. La legge mette le cose in chiaro, affermando che «l'orientamento sessuale, l'identità di genere e l'espressione di genere non costituiscono disordini, malattie o difetti di sorta» e ha abbassato il limite di età minimo per chiedere la modifica di genere a sedici anni senza il consenso dei genitori. I sostenitori della terapia di conversione, dal canto loro, sostengono che le tecniche psicologiche e le consulenze servano ad aiutare le persone che volontariamente vogliono cambiare il proprio orientamento sessuale e che si tratti semplicemente di colloqui orientativi, poiché gli omosessuali sono portati a chiedere una relazione di aiuto psicoterapico più degli altri. Per le associazioni che difendono i diritti della comunità LGBT, questo tipo di dichiarazione da parte dei "terapeuti" dell'orientamento sessuale è immorale e invasivo e riporta ai tempi in cui l'omosessualità era considerata una malattia mentale, una devianza ed era un reato. Ma anche una cospicua parte della comunità scientifica rifiuta queste pratiche, tanto che l'NHS (National Health service) britannico, il Royal College of Psichiatrist e tutti gli organi principali di consulenza e psicoterapia britannici hanno firmato ufficialmente una dichiarazione congiunta descrivendo la "gay cure therapy" come una «pratica immorale, non scientifica e potenzialmente pericolosa». Malta sembra essere la più meritevole d'Europa per ora, dal momento che è stata nominata già due volte il paese europeo che rispetta di più i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e interessati dall'organizzazione ILGA-Europe, la European Region of the International Lesina, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association, che tiene insieme e coordina 490 organizzazioni provenienti da 45 paesi europei diversi. Il primato maltese sembra essere dovuto alle leggi e ai provvedimenti che il partito socialista al governo ha applicato negli ultimi anni, dal 2013 a oggi. Nel resto d'Europa la pratica terapeutica di conversione oggi non è riconosciuta ufficialmente, ma, trattandosi di colloqui e cure ad personam che spesso non esplicitano la loro missione, non disponiamo di dati certi. La terapia della conversione ha vissuto, però, la sua età dell'oro, non solo in Europa, tra la morte di Freud (1939) e i moti di Stonewall del 1969, che diedero origine al movimento per i diritti dei gay negli Stati Uniti, dopo decenni di stigmatizzazione e terapie violente contro gli orientamenti sessuali e di genere non conformi alla norma eterosessuale. Freud non considerava l'omosessualità una malattia e su questo scrisse che «di sicuro non è vantaggiosa ma non c'è niente di cui vergognarsi, nessun vizio, nessuna depravazione, non può essere classificata come una malattia», lettura che la comunità psichiatrica successiva non ha sposato, convinta che la psicoterapia potesse modificare l'orientamento sessuale. Gli specialisti, infatti, credevano che l'omosessualità e la bisessualità non fossero caratteristiche innate della persona, ma che fossero attitudini apprese nel corso dell'adolescenza, modificabili con le terapie "appropriate". Le "cure" prescritte andavano dall'eliminazione della masturbazione all'elettroshock sui genitali dei pazienti, metodi che molti governi hanno applicato nel corso del Novecento e in alcuni paesi in cui l'omosessualità è ancora considerata un reato (come in India) non sono stati ancora condannati e alcuni tipi di terapie correttive (non estreme come l'elettroshock) sono ancora in uso. Dai moti di Stonewall a oggi in Occidente il movimento dei diritti dei gay e le battaglie della comunità LGBT hanno contribuito all'affermazione della libertà di orientamento sessuale e di genere, difese anche dall'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) che ha rimosso l'omosessualità dalla sua lista di malattie mentali nel 1992. Oggi la maggior parte delle organizzazioni americane per la salute mentale sostengono che la terapia di conversione sia dannosa e ascientifica, ma per ora soltanto l'isola di Malta ne ha dichiarato la fallacia con una legge e l'ha bandita una volta per tutte (si spera).

Malta é il primo Paese europeo a bandire la terapia di conversione degli omosessuali – la gay cure therapy – dalle sue pratiche mediche e psicoterapiche.

«Chiunque cerchi di cambiare, reprimere o eliminare l’orientamento sessuale di una persona, l’identità di genere e/o l’espressione di genere dovrà pagare una multa o finire in carcere» recita il nuovo Affirmation of Sexual Orientation, Gender Identity and Gender Expression Act, approvato dal parlamento di Valletta – riporta il Malta Today.

I medici che prescriveranno la terapia di conversione degli omosessuali dovranno pagare una multa di 10,000 euro e dovranno scontare una pena detentiva di massimo un anno, mentre in altri casi i giudici potranno decidere di condannare i colpevoli al pagamento di multe tra i 1000 e i 5000 euro.

La legge mette le cose in chiaro, affermando che «l’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’espressione di genere non costituiscono disordini, malattie o difetti di sorta» e ha abbassato il limite di età minimo per chiedere la modifica di genere a sedici anni senza il consenso dei genitori.

I sostenitori della terapia di conversione, dal canto loro, sostengono che le tecniche psicologiche e le consulenze servano ad aiutare le persone che volontariamente vogliono cambiare il proprio orientamento sessuale e che si tratti semplicemente di colloqui orientativi, poiché gli omosessuali sono portati a chiedere una relazione di aiuto psicoterapico più degli altri. Per le associazioni che difendono i diritti della comunità LGBT, questo tipo di dichiarazione da parte dei “terapeuti” dell’orientamento sessuale è immorale e invasivo e riporta ai tempi in cui l’omosessualità era considerata una malattia mentale, una devianza ed era un reato.

Ma anche una cospicua parte della comunità scientifica rifiuta queste pratiche, tanto che l’NHS (National Health service) britannico, il Royal College of Psichiatrist e tutti gli organi principali di consulenza e psicoterapia britannici hanno firmato ufficialmente una dichiarazione congiunta descrivendo la “gay cure therapy” come una «pratica immorale, non scientifica e potenzialmente pericolosa».

Malta sembra essere la più meritevole d’Europa per ora, dal momento che è stata nominata già due volte il paese europeo che rispetta di più i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e interessati dall’organizzazione ILGA-Europe, la European Region of the International Lesina, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association, che tiene insieme e coordina 490 organizzazioni provenienti da 45 paesi europei diversi.

Il primato maltese sembra essere dovuto alle leggi e ai provvedimenti che il partito socialista al governo ha applicato negli ultimi anni, dal 2013 a oggi.

Nel resto d’Europa la pratica terapeutica di conversione oggi non è riconosciuta ufficialmente, ma, trattandosi di colloqui e cure ad personam che spesso non esplicitano la loro missione, non disponiamo di dati certi.

La terapia della conversione ha vissuto, però, la sua età dell’oro, non solo in Europa, tra la morte di Freud (1939) e i moti di Stonewall del 1969, che diedero origine al movimento per i diritti dei gay negli Stati Uniti, dopo decenni di stigmatizzazione e terapie violente contro gli orientamenti sessuali e di genere non conformi alla norma eterosessuale.

Freud non considerava l’omosessualità una malattia e su questo scrisse che «di sicuro non è vantaggiosa ma non c’è niente di cui vergognarsi, nessun vizio, nessuna depravazione, non può essere classificata come una malattia», lettura che la comunità psichiatrica successiva non ha sposato, convinta che la psicoterapia potesse modificare l’orientamento sessuale.

Gli specialisti, infatti, credevano che l’omosessualità e la bisessualità non fossero caratteristiche innate della persona, ma che fossero attitudini apprese nel corso dell’adolescenza, modificabili con le terapie “appropriate”.

Le “cure” prescritte andavano dall’eliminazione della masturbazione all’elettroshock sui genitali dei pazienti, metodi che molti governi hanno applicato nel corso del Novecento e in alcuni paesi in cui l’omosessualità è ancora considerata un reato (come in India) non sono stati ancora condannati e alcuni tipi di terapie correttive (non estreme come l’elettroshock) sono ancora in uso.

Dai moti di Stonewall a oggi in Occidente il movimento dei diritti dei gay e le battaglie della comunità LGBT hanno contribuito all’affermazione della libertà di orientamento sessuale e di genere, difese anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) che ha rimosso l’omosessualità dalla sua lista di malattie mentali nel 1992.

Oggi la maggior parte delle organizzazioni americane per la salute mentale sostengono che la terapia di conversione sia dannosa e ascientifica, ma per ora soltanto l’isola di Malta ne ha dichiarato la fallacia con una legge e l’ha bandita una volta per tutte (si spera).