Ore 16.37. Un'esplosione fa detonare Milano. È il 12 dicembre 1969, e a saltare in aria è la Banca Nazionale dell'Agricoltura, in Piazza Fontana, per lo scoppio di 7 kg di tritolo. Moriranno 17 persone, ne resteranno ferite 88. Impunite. milano_-_piazza_fontana_-_lapide_vittime   È l'inizio degli anni di piombo e della "strategia della tensione": 15 anni di uno dei periodi più bui della storia d'Italia. Troppe morti, molti insabbiamenti, poca verità. Per la strage di Piazza Fontana, il processo (iniziato nel 1972) è stato lungo, intricato e più volte deviato. Alla fine, dopo rinvii, coinvolgimenti e piste sbagliate (come l'iniziale pista anarchica), e soprattutto dopo una serie di assoluzioni "per insufficienza di prove", non si hanno condannati. L'ultima sentenza della Cassazione, nel 2005, ha assolto i tre imputati (Delfo Zorzi come esecutore della strage, Carlo Maria Maggi come organizzatore e Giancarlo Rognoni come basista), pur imputando la responsabilità della strage alla cellula eversiva neofascista Ordine nuovo. Franco Freda e Giovanni Ventura, ai tempi a capo della cellula, non sono tuttavia più processabili in quanto assolti con sentenza definitiva nel 1987. Al termine del processo, nel maggio del 2005, ai parenti delle vittime vennero addebitate le spese processuali. Fra le vittime della strage, va inserito anche l'anarchico Giuseppe Pinelli. Il giovane ferroviere, arrestato nei giorni immediatamente successivi alla strage e misteriosamente "caduto" dalle finestre della questura durante il suo interrogatorio. Della misteriosa morte venne additato dalla sinistra estrema come responsabile il commissario Luigi Calabresi, allora presente in quell'ufficio del quarto piano milanese. Calabresi, fu ucciso in un attentato il 17 maggio 1972. Vennero riconosciuti responsabili della morte di Calabresi alcuni esponenti di Lotta continua: Ovidio Bompressi, Leonardo Marino, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri. L'innocenza di Pinelli, venne riconosciuta diversi anni dopo la morte. [caption id="attachment_91643" align="aligncenter" width="1024"]Un momento della manifestazione per ricordare il 41/o anniversario della bomba esplosa alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, questo pomeriggio 11 dicembre 2010 a Milano. ANSA/MATTEO BAZZI Un momento della manifestazione per ricordare il 41/o anniversario della bomba esplosa alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, 11 dicembre 2010 a Milano.
ANSA/MATTEO BAZZI[/caption]      

Ore 16.37. Un’esplosione fa detonare Milano. È il 12 dicembre 1969, e a saltare in aria è la Banca Nazionale dell’Agricoltura, in Piazza Fontana, per lo scoppio di 7 kg di tritolo. Moriranno 17 persone, ne resteranno ferite 88. Impunite.

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È l’inizio degli anni di piombo e della “strategia della tensione”: 15 anni di uno dei periodi più bui della storia d’Italia. Troppe morti, molti insabbiamenti, poca verità.

Per la strage di Piazza Fontana, il processo (iniziato nel 1972) è stato lungo, intricato e più volte deviato. Alla fine, dopo rinvii, coinvolgimenti e piste sbagliate (come l’iniziale pista anarchica), e soprattutto dopo una serie di assoluzioni “per insufficienza di prove”, non si hanno condannati. L’ultima sentenza della Cassazione, nel 2005, ha assolto i tre imputati (Delfo Zorzi come esecutore della strage, Carlo Maria Maggi come organizzatore e Giancarlo Rognoni come basista), pur imputando la responsabilità della strage alla cellula eversiva neofascista Ordine nuovo. Franco Freda e Giovanni Ventura, ai tempi a capo della cellula, non sono tuttavia più processabili in quanto assolti con sentenza definitiva nel 1987.

Al termine del processo, nel maggio del 2005, ai parenti delle vittime vennero addebitate le spese processuali.

Fra le vittime della strage, va inserito anche l’anarchico Giuseppe Pinelli. Il giovane ferroviere, arrestato nei giorni immediatamente successivi alla strage e misteriosamente “caduto” dalle finestre della questura durante il suo interrogatorio. Della misteriosa morte venne additato dalla sinistra estrema come responsabile il commissario Luigi Calabresi, allora presente in quell’ufficio del quarto piano milanese. Calabresi, fu ucciso in un attentato il 17 maggio 1972. Vennero riconosciuti responsabili della morte di Calabresi alcuni esponenti di Lotta continua: Ovidio Bompressi, Leonardo Marino, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri. L’innocenza di Pinelli, venne riconosciuta diversi anni dopo la morte.

Un momento della manifestazione per ricordare il 41/o anniversario della bomba esplosa alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, questo pomeriggio 11 dicembre 2010 a Milano. ANSA/MATTEO BAZZI
Un momento della manifestazione per ricordare il 41/o anniversario della bomba esplosa alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, 11 dicembre 2010 a Milano.
ANSA/MATTEO BAZZI