Sono bastati 3 mesi e spesi 3 milioni di euro per portare a termine il “Great wall”, il grande muro di Calais voluto dalla Gran Bretagna per impedire ai migranti di passare il confine con la Francia introducendosi illegalmente nei camion diretti a Dover, attraverso il tunnel della Manica. La fine dei lavori, iniziati il 20 settembre scorso, è stata annunciata dalle autorità francesi: 4 metri di altezza per un chilometro di lunghezza di cemento armato e telecamere di sorveglianza. L'opera è stata interamente finanziata dal governo britannico con 2,7 milioni di euro, a completamento del recinto di ferro e filo spinato già eretto per impedire l’accesso al porto.
[caption id="attachment_91794" align="aligncenter" width="1024"] Calais, 17 ottobre 2016. Vista aerea del campo chiamato Giungla di Calais[/caption]
Il muro sorge a poche centinaia di metri dalla ex-Giungla di Calais, che il governo di Parigi ha smantellato questo autunno. A ottobre la polizia francese ha dato il via allo sgombero delle circa 7mila persone dal campo. Una sessantina di pullman li ha portati nei centri d’accoglienza di altre regioni francesi. L'accampamento è stato demolito il 25 ottobre, ma le tensioni restano, dal momento in cui alcuni migranti rifiutano il trasferimento. Tra scontri, incendi e lanci di lacrimogeni, il flusso di profughi e migranti rimane, comunque, ininterrotto.
Quello di Calais è il quarto muro d'Europa. Prima degli inglesi e dei francesi, si sono già adoperati. A novembre 2016, i tedeschi hanno costruito il muro anti-immigrati a Monaco di Baviera: alto 4 metri, più alto di quello di Berlino, a seguito della protesta della popolazione locale per via del trasferimento di 160 giovani profughi in una struttura vicino alla stazione metro Neuperlach Süd. Poi, c'è la barriera tra la Macedonia e la Grecia, completata a marzo 2016. E la barriera di lamette e filo spinato lunga 175 chilometri e alta 4 metri, tra l'Ungheria di Orban e la Serbia, che ha il “primato” essendo stata completata a settembre 2015.
Sono bastati 3 mesi e spesi 3 milioni di euro per portare a termine il “Great wall”, il grande muro di Calais voluto dalla Gran Bretagna per impedire ai migranti di passare il confine con la Francia introducendosi illegalmente nei camion diretti a Dover, attraverso il tunnel della Manica. La fine dei lavori, iniziati il 20 settembre scorso, è stata annunciata dalle autorità francesi: 4 metri di altezza per un chilometro di lunghezza di cemento armato e telecamere di sorveglianza. L’opera è stata interamente finanziata dal governo britannico con 2,7 milioni di euro, a completamento del recinto di ferro e filo spinato già eretto per impedire l’accesso al porto.
Il muro sorge a poche centinaia di metri dalla ex-Giungla di Calais, che il governo di Parigi ha smantellato questo autunno. A ottobre la polizia francese ha dato il via allo sgombero delle circa 7mila persone dal campo. Una sessantina di pullman li ha portati nei centri d’accoglienza di altre regioni francesi. L’accampamento è stato demolito il 25 ottobre, ma le tensioni restano, dal momento in cui alcuni migranti rifiutano il trasferimento. Tra scontri, incendi e lanci di lacrimogeni, il flusso di profughi e migranti rimane, comunque, ininterrotto.
Quello di Calais è il quarto muro d’Europa. Prima degli inglesi e dei francesi, si sono già adoperati. A novembre 2016, i tedeschi hanno costruito il muro anti-immigrati a Monaco di Baviera: alto 4 metri, più alto di quello di Berlino, a seguito della protesta della popolazione locale per via del trasferimento di 160 giovani profughi in una struttura vicino alla stazione metro Neuperlach Süd. Poi, c’è la barriera tra la Macedonia e la Grecia, completata a marzo 2016. E la barriera di lamette e filo spinato lunga 175 chilometri e alta 4 metri, tra l’Ungheria di Orban e la Serbia, che ha il “primato” essendo stata completata a settembre 2015.