Se date a dei bambini alcune caramelle la prima cosa che faranno sarà quella di contarle e poi contarsi per decidere quante ne spettano ad ognuno di loro. Accade in modo lineare, senza complicate trattative o accordi, quasi naturale se è vero che in tempi di abbondanza (e di scarsità) la sensazione è generale.
Così se succede (com’è successo nei giorni scorsi) che un’azienda chiuda l’anno con un fatturato addirittura triplicato rispetto ai dodici mesi precedenti risulta naturale che il presidente dell’azienda decida di dividere l’inaspettato successo con i propri lavoratori. Giuseppe Moro, presidente e fondatore della romana Convert, ha deciso di aggiungere due mensilità ai suoi lavoratori per condividere il successo, anche economico.
Così come qualche anno fa aveva deciso di pagare l’Imu ai propri lavoratori; Imu prima casa (esclusi i dirigenti) con priorità a chi avesse figli a carico. Semplice, lineare, come le caramelle dei bambini. Eppure la notizia è rara e nettamente in controtendenza con chi oggi ci vorrebbe convincere che il lavoro sia un privilegio che bisogna tenersi stretto senza preoccuparsi di diritti o di sicurezze o di futuro.
«I dipendenti – ha detto Moro – sono la nostra vera ricchezza e asset strategico, se chiediamo il loro impegno per raggiungere determinati obiettivi e li raggiungiamo trovo naturale che vadano ricambiati». Naturale, ha detto. Naturale. Proprio così.
Buon lunedì. E buon anno.