Storie di un mondo fatto a dirupi. Gole profondissime che stanno tra la vittoria al Festival del Cinema di Berlino e dall’altra parte una vita di stenti e nemmeno i soldi per scappare dalla miseria. Tutto finisce dentro l’asettica formula dei “richiedenti asilo”, spazzatura buona per riempire il sacco dell’umido delle ultradestre europee che bisognano di lerciume e crimine per rimpolpare la narrazione.
Nazif Mujic è un attore. Bosniaco. Con il film “Un episodio della vita di un raccoglitore di ferro” nel 2013 ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino. Nella sua città natale, Svatovac, Nazif era tornato da eroe, ammantato dal fascino che il mondo del cinema riversa soprattutto nelle situazioni di povertà. Nel film (con la regia di Danis Tanovic) si racconta di un uomo che non ha i soldi per evitare la morte della moglie dopo una setticemia. Il protagonista del film è un rom disoccupato.
Nazif, invece è un rom disoccupato con un Orso d’argento e per salvare la sua di famiglia e trascinarla fuori dalla povertà ha deciso di venderlo. Incasso: 4000 euro. Gli sono bastati per lasciare la Bosnia e tornare a Berlino, questa volta da richiedente asilo. Io ogni tanto ci spero che a forza di raccontarle, storie così, ci addestriamo a immaginare che storie ci siano dietro quegli occhi di “sporchi migranti” che noi non possiamo permetterci di tenere. Ci spero, io.
Buon venerdì.