Qui nelle zone terremotate c’è bisogno di tutto tranne che di Salvini, scriveva ieri la deputata Beatrice Brignone. Quando la natura decide di ostinarsi con lo scompiglio gli avvoltoi sono solo i vigliacchi predatori delle briciole di rabbia che cadono dalla disperazione. Scrivere pochi minuti dopo l’ennesima scossa di terremoto che appiattisce gli scheletri delle case in territori accampati «Continue scosse di #terremoto in Centro Italia, neve e gelo. Altro che “migranti”, che il governo aiuti subito questi italiani!» è una volo in picchiata da sciacallo vigliacco.
Fare campagna elettorale sulla distruzione e il fiaccamento della speranza è un gioco che non funziona più, caro Matteo. Puoi grattare lo stomaco di chi ha ancora un briciolo di miseria e di ignoranza per rispondere alla tua chiamata alla guerra da disperati ma sarà un gioco breve perché prima o poi vinceranno la misura e la memoria.
La misura dice che un conato sugli immigrati non ha niente a che vedere con la cura attiva degli italiani. Se tu ti occupassi di loro avresti molto meno tempo per rilanciare le false notizie di falsi stupri di quegli altri per occuparti di politiche attive in difesa dei tuoi. La rabbia è comandante di un esercito pronto a tradire al prossimo imbonitore e la tua invettiva suona ormai come una litania bolsa e insulsa.
Che hai fatto tu, Salvini, per i terremotati? Quando in Europa si votava per i fondi per i terremotati tu, viscido Matteo, eri assente per qualche tua acrobazia da imbonitore. Parli e non voti. Recrimini e non fai il tuo mestiere. Sei un clandestino del Parlamento Europeo e sei a capo di un partito che in diamanti c’è costato più di qualsiasi orda di immigrati.
Caro sciacallo, l’essere Salvini non ti perdona. Passerai presto come passano i politici, frantumato da un Bossi redivivo o da un Berlusconi che ti rimetterà a cuccia, e i tuoi cani arrabbiati verrano a morderti.
Buon giovedì.