Il prefetto di Napoli riunisce i sindaci per impartire dettami in merito all'accoglienza e alle linee guida stabilite dal ministero. Ma nell'isola dei vip, è subito protesta. E il vicesindaco redarguisce i cittadini: «se respingete i migranti, risparmiatevi le frasi strappalacrime sull'Olocausto»

«Vi do un suggerimento: i rifugiati non sono altro che persone che sono dovute scappare dal loro Paese perché li erano discriminate e perseguitate. È il giorno della memoria, si ricordano le vittime del più grande sterminio dell’epoca contemporanea, roba infame su cui una percentuale di colpe ce l’hanno avuta anche i nostri connazionali. Allora visto che avete dato i numeri, perché forse, c’è una remotissimissima ipotesi che vengano qua 23 rifugiati, risparmiatevi le frasi strappa lacrime sugli Ebrei perché non è cosa».

A scriverlo su facebook, è Roberto Bozzaotre, giovane vicesindaco di Capri, che salvo una curiosa chiosa su “mazzettari” e “ricattatori” (intendendo i giornalisti) che dovrebbero essere spediti in Siria, chiede ai suoi cittadini di risparmiarsi ipocrisie.

A causare lo sdegno di Bozzaotre, la reazione di una parte degli abitanti della raffinata isoletta, sollevatisi all’ipotesi di accogliere circa 45 migranti. Stando ai criteri di ripartizione previsti dal programma ministeriale, infatti, i rifugiati dovrebbero essere suddivisi, tra gli altri, anche tra il Comune di Capri e quello di Anacapri, che in relazione al numero di abitanti residenti, in caso di emergenza dovrebbero ospitarne una ventina ciascuno. Meta di vacanze estive altolocate e sicuramente paesaggio da sogno noto in tutto il mondo, l’isoletta è preoccupata all’idea della “invasione”.

«Abbiamo sempre detto che Capri è un’altra cosa – spiega l’ex sindaco Ciro Lembo alla stampa locale – non può essere messa sullo stesso piano degli altri Comuni. Abbiamo ordinanze ferree che impediscono a zingari o extracomunitari di vendere prodotti nell’isola. Quando sono arrivati, siamo sempre riusciti a farli ripartire con il primo traghetto disponibile», si vanta. «Questa storia dei profughi è davvero ingiustificabile».

In realtà, “la storia dei profughi” non andrebbe affatto “giustificata”, in quanto l’ordine arriva dal Prefetto di Napoli, Gerarda Maria Pantaleone, che ieri ha illustrato ai Comuni le procedure, e segue precise direttive stabilite dal ministero degli Interni. Il prefetto «ha lanciato un segnale di allerta ai rappresentanti dei vari comuni presenti – si legge nella nota istituzionale – invitandoli ad approfondire quanto le norme (contenute sia nel programma del competente ministero degli Interni (Sprar), sia nei provvedimenti prefettizi già assunti in passato sul tema) prevedono per l’accoglienza ai soggetti interessati». In relazione a questo, Pantaleone invita a tenersi pronti e rendersi eventualmente disponibile, qualora una situazione di emergenza lo richiedesse, cosa che «consentirebbe un più adeguato approccio al problema e, soprattutto, eviterebbe che la mancanza di una programmazione specifica possa causare particolari problemi ai territori comunali».

Non ultimo, la procedura segue – non se ne abbia l’ex sindaco Lembo – quel dettame costituzionale che ricorda che la legge sarebbe uguale per tutti. E soprattutto, uguale per tutti dovrebbe esserlo il senso di umanità. Che evidentemente, invece, come sottolineato dal vice primo cittadino 28enne (lista civica “La PrimaVera”), vale per commemorazioni lontane nel tempo, e meno per fenomeni contemporanei. Pubblicare sulla propria pagina facebook indignazione per lo sterminio si, concedere ospitalità a chi è sopravvissuto a stermini in corso oggi, a guerre, tratta, naufragi, anche no.

Ed è proprio il web che ancora una volta fa venire fuori la parte “migliore” delle persone: «Sai quante malattie nuove adesso arrivano». Oppure, sempre seguendo quella solidarietà che vale sempre solo a metà: «Se Capri disponesse di una cinquantina di posti letto per i bisognosi sarebbe giusto offrirli ai nostri connazionali del centro Italia».

Si attendono i commenti di vip e personaggi in vista, come successe nella radica chic Capalbio. Nel giorno della memoria, ricordiamo anche questo: l’attuale egoismo che fa sentire una parte della popolazione lontanissima dalla sofferenza e dallo strazio di guerre che invece, ci riguardano moltissimo.

La storia, dovrebbe insegnare.

 

Impicciarsi di come funzionano le cose, è più forte di lei. Sarà per questo - o forse per l'insanabile e irrispettosa irriverenza - che da piccola la chiamavano “bertuccia”. Dal Fatto Quotidiano, passando per Narcomafie, Linkiesta, Lettera43 e l'Espresso, approda a Left. Dove si occupa di quelle cose pallosissime che, con suo estremo entusiasmo invece, le sbolognano sempre: inchieste e mafia. E grillini, grillini, grillini. Dalla sua amata Emilia-Romagna, torna mestamente a Roma, dove attualmente vive.