Come si rappresenta il silenzio? Che immagine avrebbe se fosse una foto? Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti hanno provato a rispondere dando vita a La Trilogia del Silenzio, un progetto espositivo declinato in tre mostre in programma fino al 31 luglio alla White Noise Gallery di Roma. Attualmente alla galleria potete trovare esposto fino al 25 marzo il primo capitolo della trilogia: "Fast Forward" di Jason Shulman, artista inglese di fama internazionale per la prima volta in Italia. Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini, Jason Shulman La peculiarità del lavoro di Shulman esposto alla White Noise è quella di riuscire a comprimere in un unico scatto interi film. 13 fotografie a grande formato ciascuna delle quali di volta in volta racchiude l’America di Sergio Leone (Per un pugno di dollari), l’orrore di Dario Argento e Mario Bava (Suspiria, Inferno, I 3 volti della paura, Diabolik), l’Italia di Visconti (Il Gattopardo) e quella di Pasolini (Salò o le 120 giornate di Sodoma e Il Vangelo secondo Matteo) o la Roma di Sorrentino (La grande bellezza) e Fellini (La dolce vita). Ogni scatto composto da migliaia di frame, veri e propri frammenti di pellicola sovrapposti, si trasforma allo stesso tempo in un’enigma da risolvere che percepiamo come distante e in un qualcosa che, per ragioni istintive, colore, forme accennate, riconosciamo come vicino, attivando nel visitatore un’immediata reazione estetica. Jason Shulman - Caligola (1979) - Fotografia digitale - 85x45cm  Proprio la dominante di colore è uno degli elementi che porta infatti lo spettatore a ricollegare la foto all’opera di un determinato regista. Se, ad esempio, la dominante ocra rimanda alla polvere del vecchio west di Sergio Leone, la dominante rosa rimanda subito ai fenicotteri ricorrenti nelle sequenze de La grande bellezza di Sorrentino. Impossibile non pensare e non vedere il riferimento ai dipinti di Gerhard Richter visitando la mostra di Jason Shulman.
Le scene del film si sovrappongono, l’audio sparisce, il movimento viene condensato e la logica del racconto perde di significato in favore di un’impressione del tutto emotiva. Ecco dunque che si è creato ad arte il silenzio. La dolce vita di Fellini, Jason Shulman La Grande bellezza di Sorrentino, Jason Shulman   La Trilogia del silenzio prosegue l’8 aprile con una mostra intitolata “Stand-by” dove saranno esposti i dipinti del britannico Lee Madgwick nei quali il mondo viene congelato in un’eterna istantanea, e si chiude il 14 giugno con “Rewind” dell’artista spagnola Mar Hernàndez, che, con le sue opere tra disegno, incisione e fotografia, racconta la realtà attraverso le tracce e i fantasmi di un passato che non esiste più.

Dove e quando

Jason Shulman – Fast Forward
28 gennaio – 25 marzo 2017 White Noise Gallery via dei Marsi, 20/22 - Roma

Come si rappresenta il silenzio? Che immagine avrebbe se fosse una foto? Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti hanno provato a rispondere dando vita a La Trilogia del Silenzio, un progetto espositivo declinato in tre mostre in programma fino al 31 luglio alla White Noise Gallery di Roma. Attualmente alla galleria potete trovare esposto fino al 25 marzo il primo capitolo della trilogia: “Fast Forward” di Jason Shulman, artista inglese di fama internazionale per la prima volta in Italia.


Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini, Jason Shulman

La peculiarità del lavoro di Shulman esposto alla White Noise è quella di riuscire a comprimere in un unico scatto interi film. 13 fotografie a grande formato ciascuna delle quali di volta in volta racchiude l’America di Sergio Leone (Per un pugno di dollari), l’orrore di Dario Argento e Mario Bava (Suspiria, Inferno, I 3 volti della paura, Diabolik), l’Italia di Visconti (Il Gattopardo) e quella di Pasolini (Salò o le 120 giornate di Sodoma e Il Vangelo secondo Matteo) o la Roma di Sorrentino (La grande bellezza) e Fellini (La dolce vita). Ogni scatto composto da migliaia di frame, veri e propri frammenti di pellicola sovrapposti, si trasforma allo stesso tempo in un’enigma da risolvere che percepiamo come distante e in un qualcosa che, per ragioni istintive, colore, forme accennate, riconosciamo come vicino, attivando nel visitatore un’immediata reazione estetica.

Jason Shulman – Caligola (1979) – Fotografia digitale – 85x45cm 
Proprio la dominante di colore è uno degli elementi che porta infatti lo spettatore a ricollegare la foto all’opera di un determinato regista. Se, ad esempio, la dominante ocra rimanda alla polvere del vecchio west di Sergio Leone, la dominante rosa rimanda subito ai fenicotteri ricorrenti nelle sequenze de La grande bellezza di Sorrentino. Impossibile non pensare e non vedere il riferimento ai dipinti di Gerhard Richter visitando la mostra di Jason Shulman.

Le scene del film si sovrappongono, l’audio sparisce, il movimento viene condensato e la logica del racconto perde di significato in favore di un’impressione del tutto emotiva. Ecco dunque che si è creato ad arte il silenzio.


La dolce vita di Fellini, Jason Shulman


La Grande bellezza di Sorrentino, Jason Shulman

 

La Trilogia del silenzio prosegue l’8 aprile con una mostra intitolata “Stand-by” dove saranno esposti i dipinti del britannico Lee Madgwick nei quali il mondo viene congelato in un’eterna istantanea, e si chiude il 14 giugno con “Rewind” dell’artista spagnola Mar Hernàndez, che, con le sue opere tra disegno, incisione e fotografia, racconta la realtà attraverso le tracce e i fantasmi di un passato che non esiste più.

Dove e quando

Jason Shulman – Fast Forward
28 gennaio – 25 marzo 2017
White Noise Gallery
via dei Marsi, 20/22 – Roma