Si possono vedere fino al 26 febbraio a Napoli i due quadri recuperati dalla Guardia di Finanza e che furono rubati al Museo Van Gogh di Amsterdam nel 2002

I due dipinti di Vincent van Gogh rubati quattordici anni fa dal Museum Van Gogh di Amsterdam e ritrovati dalla Guardia di Finanza sono esposti al Museo di Capodimonte a Napoli, al centro di una mostra aperta al pubblico del 26 ebbraio. Si tratta de La spiaggia di Scheveningen, del 1882 e di Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen del 1884, opere suggestive, legate a una vena poetica e malinconica, un mare d’inverno e una scena di villaggio; opere che Van Gogh non riuscì a vendere in vita  ( geniale e anticipatrice gran parte della sua produzione  rimase invenduta ) e che oggi si stima valgano 100mila dollari.

Dopo il clamoroso furto del 2002  seguì un lungo silenzio. Dei quadri si erano perse completamente le tracce. Come se fossero spariti nel nulla. Fino a quando le indagini della Guardia di Finanza coordinate dalla Procura di Napoli li hanno scovati, nel settembre dell’anno scorso, in uno scantinato di Castellammare di Stabia. Le due tele esposte all’umido ha retto alle condizioni difficili riportando, per fortuna, danni riparabili.

Per venti giorni le due opere in cui prevalgono i toni soffusi, legati alla tradizione nordica, si possono vedere al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli al secondo piano del museo accanto alla Sala del Caravaggio ( fino al 26 febbraio, catalogo Electa), poi saranno restituiti al museo di Amsterdam, che li avrà indietro grazie a un’operazione di recupero che ha pochi eguali. Più importanti sono i quadri, più famosi sono, più è difficile per i ladri venderli . Come  racconta Thomas D. Bazley nel  libro Crimes in the Art World  più del  90 per cento delle opere d’arte rubate non viene più  ritrovato. Il caso dei due Van Gogh, come quello dei quadri del Museo di Castelvecchio ritrovati in Ucraina e da poco tornati in Italia, rappresentano casi piuttosto eccezionali. Anche perché la maggior parte dei Paesi non ha forze specializzate, la maggior parte dei servizi di polizia non si interessa molto dei furti d’arte”. Anche perché non esiste un database internazionale e molti paesi non hanno corpi speciali dedicati ai furti d’arte. In questo l’Italia fa eccezione: dal 1969 il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che per lunghi anni è stato guidato dal Generale di Divisione Roberto Conforti.