Niente, non ce la fanno. Ci siamo anche dovuti ricordare che Luca Lotti è ministro ascoltandolo ieri mentre frignava per convincerci che la Ryder Cup (il torneo internazionale di golf che è già costato 60 milioni di euro inseriti nella legge di Bilancio del novembre scorso e che ne prevedeva altri 97 in un emendamento inserito nel Decreto Salva Banche in discussione in questi giorni) rischia di saltare per colpa, dice Lotti, di “quelli che già in passato hanno gioito per altre significative rinunce” riferendosi al M5S che ha sollevato il caso.
E fa niente se è stato il presidente del Senato Grasso (suo compagno di partito) a dichiarare l’emendamento irricevibile: in effetti cosa c’entri il golf con il decreto “salva banche” (già orripilante di suo senza bisogno di tanti aiutini) sfugge a molti. Un emendamento che del resto fotografa perfettamente l’insopportabile protervia di un governo che si crede furbo nello sperare di non essere scoperto: la marchetta Ryder Cup hanno provato a inserirla nella legge di Bilancio (oltre ai 60 milioni già detti) ma è stato stralciato durante il lavoro in Commissione (sarebbe stato l’ultimo atto del governo Renzi, non proprio una genialata, eh); poi ci riprovano con il Decreto Fiscale ma gli va male; nel decreto “salva banche” riesce a passare indenne in Commissione ma ora si ferma di fronte a Grasso. Quando la perseveranza diventa diabolica si chiama impunità.
Dice Lotti che l’evento porterebbe almeno 400 milioni di euro tra guadagni diretti e indiretti ma se qualcuno gli fa notare che la questione non è la Ryder Cup ma il losco atteggiamento di chi vorrebbe fare lo scaltro simulando trasparenza ha risposto: «Oggi in Senato il presidente Grasso non ha bocciato l’emendamento nel merito, e questo in molti fanno finta di non capirlo». Che vuol dire, sappiatelo, che ci riproverà nel prossimo Milleproroghe. Perché ormai è una questione personale, per lui. Mica per il golf. Una sfida personale. Come quell’altro.
Buon giovedì.