All'assemblea di Vistalegre i militanti del partito invocano unità e provano a scacciare lo spettro di una scissione. Anche i dirigenti che hanno presentato documenti alternativi a quelli del segretario Iglesias nei loro interventi garantiscono: "Il nemico è fuori da qui"

MADRID. Alle nove di questa mattina tutto intorno al Palacio de Vistalegre, periferia sud di Madrid, la fila era già lunga. Piove e la temperatura è scesa vertiginosamente, ma in migliaia sono comunque arrivati per la seconda Asamblea ciudadana, il congresso di Podemos. Due anni dopo l’exploit elettorale, il partito guidato da Pablo Iglesias oggi può contare su 5 milioni di voti e quasi mezzo milione di iscritti. Più del 30% dei simpatizzanti ha votato finora on line per scegliere tra i documenti presentati e per i candidati alla guida del partito. E una classe dirigente che cresce e oggi chiede la parola. A Vistalegre si deciderono le linee guida del partito in vista delle elezioni del 2020.

 

“Unidad!” è il grido con cui i partecipanti accolgono i loro dirigenti. La pista di quella fu l’antica piazza dei tori madrilena è tanto piena quanto carica. Dopo le accese polemiche delle ultime settimane, i militanti del partito invocano unità e provano così a scacciare lo spettro di una scissione, o comunque di una divisione. Sulla stampa spagnola, nelle ultime ore prima dell’avvio, è stato possibile leggere anche di un fantomatico partito che Errejon starebbe organizzando in caso di sconfitta del suo documento.

“Non siamo qui per parlare a noi stessi”, dice Pablo Iglesias, che dedica buona parte della sua presentazione (il suo documento si chiama “Podemos para todas” ed è stato presentato per primo) ai popolari di Mariano Rajoy. Sempre qui, nella apitale, in queste ore si sta svolgendo il 18esimo congresso del Partido popular – Adelante! è lo slogan selto dal partito che guida il governo di Spagna. Anche Errejon si rivolge ai partiti delle élites: “Abbiamo una cattiva notizia per voi. Da lunedì, saremo più uniti, più forti e con più volontà di prima”, dice Inigo presentando il secondo documento (“Recuperar la ilusion”). Il più applaudito? Miguel Urban di Anticapitalistas (il suo è il terzo documento, “Podemos en movimiento”), che fa esaltare la folla quando senza peli sulla ligua grida dal palco: “Qui non c’è nessun nemico interno. Il nemico è lì fuori”. E un appello all’unità arriva anche dalla coordinatrice di Podemos Andalucia, Teresa Rodriguez che gli sta accanto.

Intuire l’andamento è impossibile, ogni esponente del partito viene accolto con lo stesso entusiasmo dalle migliaia che hanno preso diligentemente posto sugli spalti. Oggi pomeriggio e domattina si continuerà a discutere di politica e nel primo pomeriggio di domani, intorno alle 14, verranno resi noti i risultati delle votazioni.