In giro per l’Italia con il suo spettacolo “Venere in pelliccia”, per la regia di Valter Malosti, Sabrina Impacciatore ci racconta: «Ogni sera dedico questo spettacolo alle donne, sperando che vengano sfiorate dall’idea non di vendicarsi, ma di pretendere soltanto l’amore»

«Pronto, Sabrina?», «Ciao, eccomi, aspetta che mi compro un cioccolatino, poi chiacchieriamo… mi va di parlare di tante cose», risponde allegra l’attrice romana. «Parliamo, soprattutto, del tuo spettacolo – proseguo – : sei in tournée con Venere in pelliccia. Dopo Roma, adesso Torino». «Sì, e non dormo da alcuni giorni…Scherzo, ma è vero che sono molto emozionata!» chiosa, contagiandomi con la sua risata.

Al grande pubblico è arrivata con “Non è la Rai” anni fa. Trasmissione oramai cult che, tra polemiche e ovazioni, non solo invase il Colle Palatino, con orde di ragazzetti in processione ai centri Mediaset, ma fu un vero fenomeno di costume che segnò un cambiamento socio culturale (di sicuro in tv!). Tra gli stacchetti e i canti di un centinaio di poco più che adolescenti, anche Sabrina Impacciatore, che con le sue imitazioni mostrava già allora la stoffa di attrice. Formatasi presso l’Actors Studio di New York, è nei film “al bacio” di Gabriele Muccino che si fa notare, e poi in altre pellicole fortunate del nostro cinema, come ad esempio la partecipazione ne La Passione di Mel Gibson. Mentre è in scena con l’opera tratta dall’omonimo romanzo dell’austriaco Leopold von Sacher Masoch, per il riadattamento di Davide Ives, ha appena finito di girare, nell’ordine: la serie televisiva Immaturi, un film con Favino e Beppe Fiorello e il debutto alla regia, con un cortometraggio, di Claudio Santamaria. In attesa di altri ruoli da amare, dichiara con convinzione: «Da un po’ di tempo porti in giro questo personaggio: dopo Roma, Torino…», «Sì, qui a Torino è stato sempre sold out, sono contenta. Abbiamo girato l’Italia: dalla Lombardia alla Puglia, attraversando tutto lo stivale; abbiamo studiato le reazioni di tutta la nazione. È stato coinvolgente vedere le differenze culturali: in alcune regioni si sono scandalizzati, in altre esaltati addirittura con fischi da stadio di signore mature».

«E la tua Wanda/Venere com’è?»
. «Io ogni sera la evoco: la cerco e faccio in modo di essere un canale attraverso cui la manifesto. Sicuramente è piena di emozioni diversissime; cambia continuamente stato d’animo: partendo da una posizione di subordinazione psicologica, perché è un’attricetta ignorante, inizia a tessere un’implacabile tela per riuscire a ottenere il potere su quest’uomo, e non sappiamo se riuscirà a farlo. Poi diventa cinica, aggressiva, sgraziata e insopportabile, ce le ha tutte. Una Venere classica e pop, descritta sapientemente da Ives».

L’intervista integrale a Sabrina Impacciatore è su Left in edicola e qui in digitale

 

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