Pedro Sánchez vuole rifondare il Partito socialista spagnolo. Per farlo strizza l'occhio a Podemos e al sindacato. Lunedì ha presentato il suo documento strategico per il Psoe e ha parlato di "umiltà" e radicalità

«Serve un’unità di azione» tra le forze politiche di sinistra e i sindacati. Il messaggio di Pedro Sánchez, ex Segretario generale del Partito socialista spagnolo (Psoe), è chiaro e strizza l’occhiolino a Podemos.

E non si tratta di una dichiarazione una tantum, ma del messaggio programmatico contenuto nel documento strategico di 33 pagine, “Per una nuova socialdemocrazia” (“Por una nueva socialdemocracia”), presentato lunedì, a Madrid, e di cui parla stamani El Pais.

Il documento diventa quindi l’opzione “di sinistra” all’interno del Psoe. Durante la presentazione del piano strategico, Sánchez ha richiamato anche altre parole che sono state usate molto durante l’Assemblea Vistalegre II, di Podemos. Tra tutte, spicca quella di “umiltà”, usata dal leader socialista lunedì: «Credo di sapere, con umiltà, ciò di cui ha bisogno il Psoe e la sinistra per incarnare di nuovo un’alternativa rispetto al governo popolare».

Sánchez ha anche detto che il Psoe deve tornare a rappresentare la sinistra nel Paese. Il che, in un certo senso, la dice lunga sul profilo del partito durante gli ultimi anni. «Il nostro avversario è il neoliberalismo e il conservatorismo, incarnati dal Partito popolare», ha aggiunto.

Oltre a Podemos, chi sono gli interlocutori che si immagina Sánchez? Soprattutto l’alleato “storico”, ovvero il sindacato dell’Unione generale dei lavoratori (Unión General de Trabajadores, Ugt).

Sánchez si era dapprima dimesso da Segretario del Psoe, dopo aver perso il sostegno della classe dirigente del suo partito. Successivamente, aveva anche lasciato il suo incarico da deputato, per non dover seguire l’indicazione del partito di “astenersi” rispetto all’investitura dell’ultimo governo Rajoy.

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