L’ultimo è Fabiano Antoniani (dj Fabo, nell’ambiente musicale in cui ha lavorato per una vita prima dell’incidente che l’ha spezzato) e già il fatto di inserirlo in una lista di morituri vegetali per legge fotografo la desolazione di un dibattito in cui le persone sono appigli per scalare la propaganda: il giovane musicista, ora tetraplegico, aveva chiesto al Presidente Mattarella di velocizzare l’iter parlamentare della legge sul fine vita ed è rimasto inascoltato.
“Il 13 giugno 2014 sono diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente in macchina. Non ho perso subito la speranza però. In questi anni ho provato a curarmi, anche sperimentando nuove terapie. Purtroppo senza risultati. Da allora mi sento in gabbia. Non sono depresso, ma non vedo più e non mi muovo più”, raccontava Fabo, con la voce della fidanzata Valeria, nel video realizzato con l’Associazione Luca Coscioni.
Risposte: nessuna. Dibattito pubblico foltissimo ma nessun vagito dal governo. Ancora. Come sempre. L’onda che si alza ai lati di qualcuno che vorrebbe smettere di soffrire (che sia solidale, pietista o anche contraria) non produce nessuno schizzo nella responsabilità di chi governa perché la decisione non detta è quella di non decidere: un governo (che sia questo o le ultime fotocopie precedenti) tutto trafelato a mediare sulle posizioni economiche e di potere che è incapace anche solo di provare a trovare una quadra sui temi etici è un governo che non ha nulla di politico. È un comitato d’affari, il consiglio di amministrazione di un Paese, una rete di comitati elettorali permanenti.
E il fatto che Fabo oggi sia partito per la Svizzera dove l’eutanasia è regolamentata per legge è, a suo modo, l’ennesima fuga di cervelli: qualcuno che cerca risposte altrove perché vive in un Paese vigliacco che galleggia sull’abitudine di non prendere posizione. Perché è una virtù, qui da noi, riuscire a non rispondere. Pensa te.
Buon lunedì.