Giovedì 2 marzo, alle 20,30, la serata-evento promossa per il debutto di ÀP, l’Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti che nasce negli spazi dell'Istituto Enzo Ferrari di Roma, a due passi dalla a due passi dalla Basilica di Don Bosco dove nell'agosto 2015 si svolgevano i funerali shock di Vittorio Casamonica

Studenti e docenti di una scuola della periferia romana, le associazioni del territorio e un gruppo di artisti sensibili e “impegnati”. Sono questi gli ingredienti di ÀP, l’Accademia popolare dell’antimafia e dei diritti, un esperimento sociale che apre i battenti giovedì 2 marzo alle 20.30, negli spazi dell’Istituto Enzo Ferrari di Via Contardo Ferrini 83, in zona Cinecittà, a due passi dalla Basilica di Don Bosco dove nell’agosto 2015 si svolgevano i funerali shock di Vittorio Casamonica.

«Musica, teatro, letteratura e stop motion per raccontare quanto fatto finora e per continuare a costruire l’Accademiainsieme ad associazioni, cittadini e studenti». Le tre realtà promotrici – le associazioni daSud e Officina Culturale Via Libera e la cooperativa Diversamente – presentano così ufficialmente il laboratorio permanente di cultura e diritti di cittadinanza aperto al territorio per attività formative, performace artistiche e creative, con una bilioteca e una mediateca dedicata alle mafie e all’antimafia.

Tra gli attori e artisti ospiti della serata inaugurale intitolata “Fino a qui tutto bene”, ci saranno il Libanese di “Romanzo Criminale”, il chimico precario che sperimenta nuove droghe in “Smetto quando voglio”, il capitano dei carabinieri di “Don Matteo”, e la poliziotta di “Squadra Antimafia”. Si alterneranno sul palco Francesco Montanari, Stefano Fresi, Simone Montedoro e Daniele Marra, Valerio Boni, Giulio Cavallini, Gaia Messerklinger, Juan Pablo Etcheverry, Ilaria Migliaccio, Emiliano Valente e Alessandro Pera. «Volti che – spiegano gli organizzatori – insieme a tanti altri professionisti del mondo della cultura hanno scommesso sul futuro di ÀP, un progetto che ha l’ambizione di trasformare la periferia in creative city partendo dalla riqualificazione della scuola. Il luogo ideale per chi ha idee originali e buone pratiche da proporre ma non trova spazi per sperimentarle in una città che sempre più spesso sgombera e chiude presidi culturali».