I giovani voteranno più Le Pen che altri candidati, gli anziani Fillon. L'elettorato della candidata di estrema destra sembra il più stabile, quello del candidato in questo momento più vicino alla presidenza, Macron, è il più volatile. Left è andata ai comizi di tutti i candidati e ha parlato con esperti. In edicola un reportage francese

Davvero Marine Le Pen potrebbe riuscire a diventare presidente di Francia? A guardare i sondaggi sulle intenzioni di voto al secondo turno, sembra di no. Ma dicono anche che la leader del Front National ripulito e parzialmente modernizzato nell’immagine (de-demonizzato, come dicono loro) prenderà milioni di voti più del padre, che scosse la Francia con il suo 17% nel 2002. Al secondo turno, Marine perderebbe di molto contro il né di destra né di sinistra Emmanuel Macron e, di un po’ meno, contro Francois Fillon, candidato azzoppato dei Republicains.

Secondo i sondaggi, a votare Marine sarebbero di più i giovani, i maschi, gli operai, le persone meno istruite. Escluso l’exploit tra i giovani, si tratta dello stesso tipo di elettorato che ha eletto Donald Trump. C’è un aspetto dei sondaggi che va sottolineato: mentre al secondo turno del 2002 Jean Marie prese 700mila in più che al primo, mentre Jacques Chirac ne aggiunse quasi 20 milioni. Stavolta i sondaggi ci dicono che la candidata dell’estrema destra guadagnerà qualche milione tra un turno e l’altro, passando da un dato attorno al 25% a qualcosa che somigli al 35%. Una parte dell’elettorato di Fillon si sposterà senza meno: in passato è quello socialista e di sinistra che è accorso ad eleggere Chirac, ma come si comporteranno gli elettori di centrodestra?

Altro elemento è che in questi anni abbiamo imparato a capire che i sondaggi relativi a fenomeni e partiti nuovi rischiano di non essere precisi. In questo caso la novità Macron e quella le Pen sono relative, ma certo il quadro politico francese è scomposto e rinnovato.

Un pericolo possibile per Macron è il fatto di non avere un elettorato fedele, una base. L’elettorato di Le Pen è certo e fedele: l’80% dei suoi elettori ha deciso e non cambierà idea. Per gli altri candidati tutto fluttua: molti elettori di Macron sono in uscita da sinistra e da destra, ma ancora non sono certi (potrebbero scegliere Hamon o Fillon), quelli di Hamon potrebbero scegliere il voto utile e quelli di Mélenchon spostarsi su Hamon, che è una rottura con il partito socialista di Hollande e Valls, che pure rappresenta. Come si comporteranno gli elettori al secondo turno? Quanti si asterranno?  La gente che voterà Le Pen sembra sicura di tornare al voto, la gente di Macron meno. Gli elettori di sinistra potrebbero decidere di non scegliere. Nel 2002 non fecero così.

Su Left in edicola un reportage di Francesco Maselli, che è andato a sentire i comizi di tutti i candidati in diverse città della Francia, ha parlato con gli elettori e con un sondaggista e un esperto di estrema destra. Il voto delle fasce popolari, la trasversalità di Macron e il confronto-scontro su Europa, frontiere e globalizzazione (o mondialismo, come dicono in Francia), le divisioni a sinistra sono i temi di cui racconta Maselli.


La Francia su Left in edicola:

Candidati a caccia di popolo – La Francia vista dai comizi – Il testa a testa fra Le Pen e Macron, la sinistra che va divisa. Il senso diffuso di precarietà e la metà dell’elettorato francese che ancora non ha deciso per chi votare al primo turno il 23 aprile. Viaggio nella “base” dei cinque candidati alla presidenzadi Francesco Maselli

«È troppa la voglia di cacciare la vecchia sinistra». Parla Jean-Yves Camus, esperto di estrema destra e direttore dell’osservatorio sull’estremismo politico alla Fondazione Jean Jauresdi Francesco Maselli

Il reportage dalle città di Francia è sul numero di Left in edicola

 

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