Mentre giovedì tutti gli occhi erano puntati verso l’Olanda, in Francia, Benoit Hamon ha presentato il suo programma elettorale, parlando a un pubblico ristretto presso la Casa dell’architettura di Parigi.
Il perno della proposta politica di Hamon resta il reddito universale di cittadinanza, per il quale il candidato socialista sarebbe disposto a sborsare ben 37 miliardi di euro. Dove trovare le risorse? Hamon è tornato a parlare di una tassa sui «superprofitti» delle banche. Il reddito dovrebbe essere inizialmente destinato a chi percepisce un salario lordo sotto ai 2800 euro. Stiamo parlando di 19 milioni di francesi circa. Non è propriamente una ricetta universale, ma allo stesso tempo non rappresenta «un salto nel buio». Inoltre, Hamon ha confermato l’intenzione di tassare l’utilizzo dei robot per creare un «fondo dedicato alla formazione dei lavoratori che hanno perso il posto proprio a causa delle innovazioni tecnologiche». Allo stesso tempo, il candidato socialista non ha escluso, per ragioni dogmatiche, di tornare a utilizzare le nazionalizzazioni temporanee come strumento di salvaguardia del lavoro e mantenere la competitività dell’industria del Paese. Anche l’attenzione al tessuto delle piccole e medie imprese (pmi) sembra essere un punto importante del programma: Hamon vuole mettere a disposizione di queste ultime il 50 per cento delle commesse pubbliche. Da un punto di vista di diritti politici e civili, spicca la proposta di garantire il voto amministrativo agli stranieri residenti.
Ma per quanto il programma di Hamon possa essere ambizioso, nel quadro del sistema elettorale francese, l’offerta politica in sé, non basta per portare il socialista al secondo turno. Hamon ha disperatamente bisogno del sostegno del candidato radicale, Jean-Luc Mélenchon, il quale, per il momento rimanda al mittente qualsiasi speranza. Arnauld Montebourg, avversario di Hamon alle primarie, nonché ex Ministro dell’economia, ha parlato della situazione ai microfoni di France Inter: «Resta più di un mese di campagna. E’ possibile che ci siano delle evoluzioni. Chiedo a Mélenchon di ritirare la propria candidatura per permettere a tutti noi di arrivare al secondo turno. Ne abbiamo bisogno. Ci troviamo di fronte a un “passaggio storico”». E ha lanciato un monito: «Abbiamo già perso il Partito comunista, ora siamo di fronte al rischio di far scomparire anche il Partito socialista. Chi rimarrà a difendere il mondo del lavoro?».
Nel frattempo, Sylvia Pinel, Presidente del Partito radicale di sinistra (“Partie radical de gauche”, Prg) ed ex-candidata alle primarie, ha dato il suo appoggio ad Hamon. Il documento di intesa chiede al candidato socialista di spingere, a livello europeo, per una nuova forma di governance e per l’introduzione di un regime fiscale comune per le grandi società. In realtà, dopo essere stata sconfitta la primo turno delle primarie socialiste, Pinel aveva sostenuto Manuel Valls al secondo turno.
Ed è proprio quest’ultimo ad aver occupato molto spazio negli editoriali e nei commenti dei politici nel corso degli ultimi giorni. Mercoledì 14, Valls ha infatti annunciato che non sosterrà Hamon. Si tratta, a tutti effetti, di un colpo basso. Valls aveva assicurato il pubblico del contrario prima del secondo turno delle primarie del Ps (che lo avevano visto contrapposto proprio ad Hamon). Allo steso tempo, l’ex Primo ministro sembra sempre più vicino a Emmanuel Macron. Lo confermerebbero gli incontri continui con il leader del Modem, Francois Bayrou. Quest’ultimo aveva dato il suo appoggio al leader di “En Marche” (“In marcia”) già qualche settimana fa e sembra, a tutti gli effetti, tessere i fili delle alleanze per il giovane candidato ex- Ministro dell’economia. Un sostegno ufficiale a Macron, completerebbe il tradimento in grande stile.
Intanto, il quadro delle alleanze e spaccature nella sinistra francese, fa il paio con le voci tentennanti che arrivano da Bruxelles. Il leader del Gruppo dei socialisti e democratici (S&D), Gianni Pittella ha dato il suo sostegno a Hamon, definendolo «l’unico candidato dei socialisti alle Presidenziali francesi», ma ha anche specificato di «non condividere per intero il suo programma elettorale». Qualche giorno fa, anche Pierre Moscovici, Comissario europeo agli affari economici, aveva storto il naso di fronte alla proposta di introdurre un Parlamento per l’Eurozona, sulla scorta dei suggerimenti di Thomas Piketty.
Il prossimo appuntamento della campagna di Benoit Hamon è previsto per domenica 19 marzo, a Bercy.